Camera

Decreto-legge 'energia'; garantire ai parlamentari tempi consoni per esaminare il provvedimento

Data: 06/04/2022

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TOMMASO FOTI (FDI). Mi scusi, Presidente, esco dall'argomento in discussione per sottoporre alla sua attenzione - e sono lieto di poterlo fare direttamente - la vicenda dell'Atto Camera 3495, meglio noto come decreto-legge "Energia". Mi consta che lei avesse scritto una lettera ai presidenti di Commissione nella quale si sollecitava un esame del provvedimento tale da consentirne il trasferimento nell'altro ramo del Parlamento in tempi congrui affinché quest'ultimo, se del caso, potesse anche modificare il nostro parere, consentendo un'eventuale terza lettura. Ora, io non entro nel merito della sua lettera che, posso dire, condivido negli auspici, pur non avendola letta, ma penso che tra la teoria e la pratica ci sia un punto di equilibrio che si è fatalmente rotto nell'esame di questo decreto. Infatti, Presidente, noi abbiamo iniziato l'esame del provvedimento il 9 marzo, quindi in tempi molto consoni, atteso che il decreto -legge è del 1° marzo. Abbiamo accettato, in prima battuta, che gli emendamenti dovessero essere presentati entro le ore 15 di mercoledì 16 marzo, termine poi differito, per volere della maggioranza, al venerdì successivo, alle ore 10. Poi, abbiamo accettato che, nella settimana successiva, non si votasse o che si iniziasse l'esame del provvedimento sui singoli articoli. Ma vede, Presidente, noi da qualche giorno - direi da almeno dieci giorni - puntualmente riceviamo degli aggiornamenti della Commissione che posticipano l'inizio dell'esame degli emendamenti a un giorno piuttosto che un altro, piuttosto che un altro. Questa settimana l'esame del provvedimento era previsto ieri mattina dalle ore 11, poi è stato annullato. Ieri sera, alle 19,35, è arrivato un messaggio della Commissione, convocata per l'esame degli emendamenti oggi alle ore 18. Faccio presente che, evidentemente, c'è qualcuno che è meglio del mago Otelma, perché non si è mai visto convocare una Commissione che deve iniziare le votazioni in pendenza dei lavori d'Aula! Tutt'al più, si può convocare alla fine della seduta pomeridiana o antimeridiana, ma sicuramente non si può mettere un orario quando la Conferenza dei capigruppo ha stabilito un programma d'Aula che, alle ore 18 di oggi, prevede o prevedrebbe, comunque, che si svolgano i lavori. Allora, Presidente, noi abbiamo convenuto - lei lo saprà perché presiedeva la Conferenza dei capigruppo - di posticipare l'esame del decreto -legge in Aula da quando era fissato per la fine di marzo, al prossimo lunedì del mese di aprile, ma ci sono dei limiti. Non si può posticipare di 14 giorni l'esame di un provvedimento se ciò significa che il provvedimento, per quanto riguarda la fase emendativa, sia esaminato dalla Commissione negli ultimi due giorni, facendo notte e con scuse che io mi rifiuto di accogliere. Infatti, signor Presidente, non è possibile che si dica "non abbiamo ancora i pareri del Governo", dopo oltre un mese dall'emanazione del decreto-legge (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Io non ci credo e, se è così, vogliamo che il Ministro per i Rapporti con il Parlamento ce lo venga a dire in quest'Aula. Una cosa mi pare certa e mi dispiace se potrà dar fastidio a qualcuno; ho cercato di utilizzare un linguaggio molto parlamentare, ma la vicenda autorizzerebbe il turpiloquio, perché non è possibile esaminare decreti in questo modo, tra l'altro, mi sia consentito di dirlo, con una maggioranza bulgara. In fin dei conti, il tutto si sarebbe dovuto ridurre ai 47 emendamenti del gruppo Fratelli d'Italia, quello doveva essere il problema su cui pronunciarsi, perché per tutto il resto mi pare che vi sia una corrispondenza d'amorosi sensi tra Governo e maggioranza al punto che ci troveremo poi alla fine una serie di emendamenti dei relatori dettati dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo di Fratelli d'Italia). Allora, signor Presidente, la maggioranza è arrogante, il Governo, a quanto pare, è latitante, vorremmo sapere da lei, come Presidente della Camera, come intenda tutelare i diritti dei parlamentari, sia dell'opposizione sia della maggioranza, che hanno il diritto di esaminare questo decreto non alle 5 di mattina, tra un caffè un cappuccino e una brioche appena sfornata (Applausi dei deputati del gruppo di Fratelli d'Italia)

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TommasoFoti
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