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Foti (Fd'I) "Nuovo padiglione carcere, no a detenuti di altre province"

Data: 20/02/2013

"Bene i lavori per il nuovo padiglione del carcere de Le Novate. No all'accoglienza di detenuti da altre province, e i delinquenti, provenienti da Paesi con i quali ci sono buoni rapporti istituzionali, dovrebbero trascorrere la pena detentiva nella loro terra". E' quanto afferma l'onorevole Tommaso Foti, candidato di Piacenza per Fratelli d'Italia, dopo un sopralluogo nella casa circondariale cittadina.

"Per quanto riguarda la realizzazione del nuovo padiglione - dichiara l'onorevole - dovrebbe essere pronto con l'arrivo dell'estate dopodiché penso che la vera battaglia politica e allo stesso tempo il vero impegno debba essere per far si che non vengano trasferiti detenuti da altri carceri ma si possa trasferire invece i detenuti che sono nella struttura carceraria vecchia nella nuova, che ha il grosso vantaggio di essere perfettamente in linea con gli standard europei".

"Sono stati assegnati questa estate 31 nuovi agenti di polizia penitenziaria, è evidente che se il carcere rimane delle attuali dimensioni vi può essere un equilibrio tra il personale e i detenuti, se qualcuno pensa di riempirlo con 200 persone provenienti da via, il gioco allora non torna più e non vale più la candela - prosegue Foti -. Devo dire che la parte della struttura carceraria è occupata prevalentemente da popolazione straniera per il 56%, e in questa percentuale troviamo soprattutto marocchini, tunisini e rumeni, sotto questo punto di vista si debba necessariamente sul piano politico assumere l'impegno per il quale non è più pensabile che gli italiani mantengano gli stranieri in carcere, soprattutto per quanto riguarda la Romania, essendo un paese all'interno dell'Unione europea, il fatto di scontare la pena nel paese di origine dovrebbe essere di per se logica".

"Anche per quanto riguarda Marocco e Tunisia, che sono due nazioni con le quali ci sono stati e ci sono rapporti internazionali solidi - dichiara - il diritto della reciprocità deve essere affermato, nel senso che se un italiano commette un reato in Marocco o Tunisia è giusto che sconti la pena in Italia, lo stesso vale anche per gli stranieri che commettono un reato da noi. Questo sarebbe una delle vere riforme che possono portare ad avere dei carceri non così affollati. La struttura restante è una struttura vecchia, è vetusta, penso che la nuova ala sarà particolarmente significativa per il miglioramento delle condizioni di vita carceraria per chi deve espiare la pena ma anche per gli operatori della polizia penitenziaria, certo è che questo macigno della popolazione straniera va in qualche modo affrontato perché non è più rinviabile".

da piacenzasera.it

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