Rassegna Stampa

Aumentare l'addizionale Irpef la tentazione della maggioranza

Data: 12/12/2018

Riunione di coalizione: prevalgono per ora i contrari, ma soprattutto dalla Lega arrivano aperture al ritocco dell'aliquota

«Dobbiamo trovarci per decidere, Cavalli aveva detto no, potrebbe esserci qualcosa di diverso, ma siamo in otto consiglieri e ci troveremo a parlarne per dare una risposta al sindaco». Il tema è di quelli supersensibili, l'aumento dell'addizionale Irpef. E Carlo Segalini, capogruppo della Lega subentrato da un mese a quello Stefano Cavalli, oggi neo assessore, che all'incirca un anno fa promise solennemente l'ostilità della Lega a un inasprimento delle tasse locali, pesa le parole una a una. Lo fa interpellato da "Libertà", all'indomani di un vertice di maggioranza in cui la contrarietà della maggioranza di centrodestra a toccare nel 2019 l'addizionale Irpef è sembrata meno granitica delle dichiarazioni e dei comunicati ufficiali.

Gettito di 2,4 milioni 
Risulta a "Libertà" che, pur continuando a prevalere un orientamento negativo, non manchino i possibilisti rispetto a una misura che, con 2,4-2,5 milioni di euro di gettito aggiuntivo stimato, darebbe prezioso fiato alle esangui casse comunali. Ed è dalla Lega che, alla riunione a porte chiuse di lunedì sera, le più significative aperture sarebbero arrivate. D'altra parte nello stesso Carroccio le opinioni sono diversificate, di uno ad esempio come Nelio Pavesi, che al vertice non ha partecipato, è nota la ferma contrarietà a ogni ipotesi di innalzamento della pressione fiscale. «Dobbiamo valutare tre o quattro situazioni al nostro interno e poi proporle alla maggioranza», considera non a caso Segalini, «d'altronde se si vuole fare delle cose ci vogliono i soldi e da una parte o dall'altra vanno trovati, dobbiamo capire che cosa è meglio per i piacentini, sono cose che vanno ragionate, non dall'oggi al domani». La Lega, dunque, si interroga sull'utilizzo o meno di quella leva fiscale che l'amministrazione Dosi aveva messo in conto per la tenuta del bilancio a partire dal 2018, e che la giunta Barbieri doo il suo insediamento ha confermato rimandandola però di un anno, cioè al 2019. Rinvio obbligato alla luce del blocco nazionale imposto dal governo. Ora che la manovra economica per il prossimo anno fresca di approvazione in parlamento propone l'eliminazione di quel blocco, la questione torna prepotentemente d'attualità, con tutte le criticità politiche vista l'allergia del centrodestra alle tasse.

Posizioni nel centrodestra 
Già al varo del preventivo 2018, si levò forte la contrarietà della Lega all'aumento dell'addizionale Irpef. L'inserimento nel bilancio triennale 2018-20, a partire dal 2019 e anche per il 2020, venne accettato solo inquadrandolo come "clausola di salvaguardia", una sorta cioè di paracadute contabile in caso di squilibrio finanziario impossibile da coprire in altro modo o, meglio, appianabile sì, ma ricorrendo a tagli ai servizi sociali di complicata sostenibilità politica. Dieci giorni fa in consiglio comunale dove era in esame l'ultima variazione al bilancio 2018, a farsi sentire contro l'aumento dell'addizionale era stata Forza Italia per voce del capogruppo Sergio Pecorara. Posizione che al vertice dell'altra sera risulta essere stata confermata. Confermato sarebbe anche lo scetticismo di Fratelli d'Italia già dichiarato in aula da Tommaso Foti, senza però erigere muri invalicabili. E qualche permeabilità si sarebbe registrata pure nei Liberali Piacentini che nei giorni scorsi in un comunicato dei consiglieri comunali Antonio Levoni e Gianpaolo Ultori avevano espresso «ferma contrarietà».

Il nodo della spesa corrente 
Tra chi vede soprattutto i benefici dei 2,5 milioni di euro che frutterebbe il rincaro dell'addizionale Irpef ci sarebbe l'assessore al bilancio Paolo Passoni, ben sapendo che la copertura del fabbisogno di spesa corrente è con l'aumento di entrate come le tasse locali che si può ottenere. L'alternativa è il taglio delle spesa, che, nel momento in cui di margini per incidere ulteriormente se ne individuano pochini, rischia di avere alti costi sociali. Pure l'inasprimento dell'addizionale, che però era stato pensato dall'amministrazione Dosi calibrandone l'impatto sui contribuenti.

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