IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ARRESTATO
Dibattito all'Infrangibile organizzato
da "100x100 in Movimento"
che chiede un delegato alla legalità
in Comune
«Individuare in Comune
un referente alla legalità»
Serata organizzata da "100x100 in Movimento" sulle infiltrazioni
mafiose al Nord. Foti sul caso di Caruso: «Subito espulso da noi»
«Così tanta polizia qui io non
l'ho mai vista». Da anni Tatiana
Morelli è la responsabile della biblioteca di strada dell'Infrangibile: ha aperto le porte dell'edificio incontri, seminari, corsi e laboratori, ma l'altra sera davanti a
lei si è schierata una decina di
agenti delle forze dell'ordine che
sono rimasti a presidiare i giardini di via Serravalle Libarna.
Dentro la biblioteca invece, seduto in prima fila, il parlamentare di Fdi Tommaso Foti accompagnato dalla consigliera Sara
Soresi. Qualche fila più indietro
l'ex consigliere Samuele Raggi e
una manciata di piacentini.
L'occasione è stata la proiezione
di un filmato intitolato "Indagine sulla 'ndrangheta" nel quale
il magistrato Nicola Gratteri e il
giornalista Antonio Nicaso raccontano le infiltrazioni mafiose
al nord. Il video non va a toccare
il "caso Caruso", ma evidentemente parlare di 'ndrangheta a
Piacenza equivale a sfiorare un
nervo scoperto. E quindi a giustificare un numero di agenti
maggiore degli spettatori del filmato.
Rossella Noviello, dell'associazione "100X100InMovimento"
che ha organizzato la serata, fatica a trattenere lo stupore: ma
una volta entrata nel piccolissimo locale che ospita la biblioteca ritrova la parola e porta sotto
i riflettori la richiesta di un «referente addetto alla legalità interno al Comune». Il nome di Caruso salta fuori quasi subito: «Non
deve mai più succedere che un affiliato a un'organizzazione criminale entri in consiglio – dichiara Noviello – non parliamo di un
colluso, ma di un componente
interno a una cosca. Questo chiaramente non vuol dire che il consiglio comunale abbia perso autorevolezza o sia inficiato in un
qualche modo, ma quello che è
accaduto resta una cosa gravissima. Gravissima».
Foti viene interpellato alla fine
della serata: «Bisognerebbe ricordare che di 'ndrangheta a Piacenza si era parlato già nel 2002
con l'operazione "Grande Drago" e fra i paesi toccati c'era anche Castelvetro, allora guidato da
Patrizia Barbieri – dichiara –
quindi il problema delle presenze mafiose nella nostra città non
è nato oggi. Poi, premesso che ritengo che ci si difenda nei processi o non dai processi, posso
solo dire che la mia parte politica è stata l'unica a buttare fuori
immediatamente Caruso non
appena la questione è emersa.
Personalmente lo conoscevo da
vent'anni, lo consideravo una
persona perbene. Al di là di questo non mi pare che gli elementi
contestati riguardino appalti o
droga, né che i reati di mafia siano stati compiuti nella provincia
di Piacenza: lo dico perché mantenere l'attenzione alta è importante, ma bisogna anche aver
chiaro la nostra città non risulta
da nessuna parte come capitale
della 'ndrangheta». Però parlarne viene ancora ritenuto così rischioso da blindare un quartiere.
Libertà