Irrisolto il caso della doppia sanzione per sosta vietata sulle strisce blu Due anni fa in Consiglio mozione Lega-Fdi per abolire l'obolo al gestore
«La questione è complessa,
tocca competenze amministrative trasversali, ma la risolveremo
perché è una promessa da mantenere, oltretutto è una battaglia della Lega e vogliamo portarla a casa».
Paolo Mancioppi, assessore (leghista) alla mobilità, assicura che
non resterà lettera morta l'impegno preso due anni fa dalla giunta Barbieri di togliere le cosiddette doppie multe per irregolarità
nella sosta a pagamento. Nel mirino non è la sanzione strettamente stradale per chi non espone il tagliando del parcometro o prolunga più del dovuto il parcheggio sulle strisce blu, ma quella aggiuntiva per violazione del contratto tra
chi posteggia e il concessionario
della gestione della sosta a pagamento.
Sì, perchè l'automobilista non lo
sa, ma tra lui e il gestore si perfeziona, tacitamente, un contratto
di natura privatistica giustificato
con la necessità di intensificare la
lotta all'evasione tariffaria. Non è
un obbligo, ma una facoltà che la
normativa dal 1997 consente ai
Comuni di inserire negli appalti di
concessione e che l'estate scorsa è
stata inquadrata all'interno dello stesso Codice della Strada. A Piacenza optò di avvalersene la giunta Dosi, perciò dall'1 gennaio 2014
chi sosta irregolarmente, oltre alla multa prevista dal codice della
strada (42 euro o 25 euro), deve pagare una penale così determinata: 20 euro per le strisce blu più a
ridosso del centro, 15 per gli altri
posteggi, 8 per chi non rinnova il
tagliando. Una parte dell'introito
va al Comune, una parte al gestore che inizialmente era Apcoa e oggi Piacenza Parcheggi.
Tra i cittadini automobilisti la doppia sanzione ha sollevato negli anni rimostranze che ripetutamente hanno trovato spazio anche nelle lettere a "Libertà". L'ultima, di
questi giorni, la scrive Sebastiano
Grasso, giornalista (per decenni al
"Corriere") e scrittore, ora residente del Piacentino. Una sua lettera
- pubblicata qui sotto - riporta alla ribalta una protesta che la coalizione di centrodestra in carica dal
2017 aveva da subito fatto sua. Fino a formalizzarla esattamente
due anni fa in consiglio comunale dove a larghissima maggioranza (astenuto il Pd) fu approvato un
ordine del giorno (odg) della Lega, appoggiato anche da Fdi, per
chiedere all'amministrazione di
eliminare le doppie multe. «Un atto punitivo verso i cittadini», le definì Lorella Cappucciati (Lega) nel
presentare l'odg , «una cosa sgradita da tutti, chi prende la multa la
deve pagare, ma pagarne due è eccessivo: avremo 100mila euro in
meno sul bilancio del Comune?
Dispiace ma occorre rispondere
ai cittadini. Un'amministrazione
di centrodestra le tasse le toglie».
E anche se dalla maggioranza una
voce autorevole come quella di
Tommaso Foti (Fdi ) si levò a suggerire di approfondire la questione con gli uffici legali («La doppia
sanzione è un beneficio per Apcoa
e pure per il Comune, consiglierei
di agire con prudenza e di far vagliare bene la cosa dall'avvocatura comunale perché Apcoa è brava a gestire parcheggi, ma anche
nel fare cause»), l'odg trovò la robusta sponda dell'assessore Mancioppi che si disse pronto ad assecondare la richiesta.
Oggi Mancioppi, a due anni di distanza, ribadisce che «la questione sta a cuore all'amministrazione», dicendosi convinto che verrà
risolta nella direzione della promessa abolizione di qualcosa che,
rimarca l'assessore, «abbiamo ereditato da altri». E in questa sottolineatura c'è, implicito, il riferimento a un dato nuovo rispetto all'odg
di due anni fa. E cioè lo spinosissimo negoziato in atto dallo scorso
settembre con Piacenza Parcheggi, che riguarda - a proposito di
eredità - l'appalto da 12 milioni di
euro assegnato dal Comune nel
2012 per la realizzazione di un posteggio interrato in piazza Citta della e la riqualificazione dello
spazio in superficie, ma anche per
la gestione per 27 anni della sosta
a pagamento di tutta la città (2.600
strisce blu). L'intreccio con il nodo delle doppie multe è di tutta
evidenza. Partendo dalla richiesta
del concessionario Piacenza Parcheggi di ridefinire l'equilibrio economico-finanziario dell'appalto
tenendo conto dell'impatto
dell'epidemia sugli introiti della
sosta a pagamento la cui gestione
è in corso dal 2013, nella trattativa
inevitabilmente entra ciò che più
preme all'amministrazione comunale: dallo stralcio del posteggio
interrato, sin qui mai iniziato e di
cui la sindaca Barbieri ha sempre
lasciato intendere che farebbe volentieri a meno, all'eliminazione
della doppia multa per la sosta irregolare.
Il tavolo per il riequilibrio economico-finanziario avrebbe dovuto
chiudersi in gennaio. E' invece ancora aperto, a riprova di quanto sia
spigoloso. E i cittadini multati continuano a dover pagare due volte,
come Sebastiano Grasso. Salvo ricorsi che però sin qui non risultano avere avuto grande accoglimento.
Per la verità, nell'agosto 2016, la
Corte di Cassazione, pronunciandosi su un caso di sforamento ora rio del ticket partito dal Tribunale
di Chiavari, aprì una strada mettendo uno spartiacque tra illecito
amministrativo e inadempimento contrattuale. In soldoni: iIllecito amministrativo - e dunque sì alla sanzione destinata alle casse del
Comune - ma che non si trasforma in inadempimento contrattuale, ovvero il secondo bollettino da
pagare al gestore dei parcheggi. E
d'altra parte fin da subito tra i legali prevaleva lo scetticismo sul fatto che la pronuncia della Cassazione si traducesse in un conseguente univocoo orientamento da
parte dei giudici di pace chiamati
a valutare i singoli casi.
Libertà