Rassegna Stampa

Lo spin doctor Ferrari tenta un'altra sfida: Gori, politico di razza

Data: 29/08/2017

IL "MAGO" DELLE CAMPAGNE ELETTORALI NELLO STAFF DEL SINDACO DI BERGAMO CHE SFIDERA' MARONI IN LOMBARDIA

"Ghea podemo far", ce la possiamo fare. Aveva studiato questo slogan - una sorta di "yes we can" in salsa veneta - per issare Luigi Brugnaro alla carica di sindaco di Venezia nel giugno 2015. Mentre due mesi fa è andato più sul classico per l'ultimo exploit: "Il buon senso. Finalmente", quello appiccicato addosso all'imprenditore Sergio Giordani, da fine giugno nuovo primo cittadino di Padova. Due tra le ultime vincenti campagne elettorali. Eppure Mauro Ferrari pensa già alla prossima sfida, che a quanto pare sarà piuttosto impegnativa, forse la più importante della sua carriera di spin doctor iniziata oltre vent'anni fa. Il mago piacentino delle campagne elettorali è stato chiamato ad aiutare Giorgio Gori nella sfida che il centrosinistra lancia a Roberto Maroni per la "conquista" del Pirellone, cioè per la carica di presidente della Regione Lombardia. Ferrari è stato infatti scelto direttamente dall'attuale sindaco di Bergamo (giornalista, imprenditore, fondatore della casa di produzione televisiva Magnolia ed ex direttore di Canale 5 e di Italia 1, nonché marito dalla giornalista Cristina Parodi), che lo vuole nel suo staff di fedelissimi. «Ho accettato con grande piacere», dice lui.

Ferrari, intanto aggiorniamo il record, come nel pugilato: quante campagne elettorali ha fatto? Quante vittorie e quante sconfitte?

«Beh, se non ricordo male siamo a 27 campagne elettorali realizzate: 24 vinte e tre perse».

Mica male. Però quelle tre...  

«In effetti qualcuna l'ho persa: quella di Ultimino Politi nel 1998 (il braccio destro di Giacomo Vaciago che venne sconfitto da Gianguido Guidotti, ndr), sconfitta che mi ha insegnato come i delfini non possano vincere quasi mai; quella di Luigi Cavanna alle Politiche del 2001 che perse con Tommaso Foti, anche se poi mi sono rifatto con la vittoria di Gianluigi Boiardi alle Provinciali del 2004 con "La Vegna bella", il mio slogan più azzeccato; e l'ultima sconfitta è stata quella di Gianni Lettieri a Napoli l'anno scorso. Un vero peccato».

Quella di Gori al Pirellone non sarà un'impresa facile contro Maroni. Vero?  

«Nessuna impresa è mai facile. Ricordo che ho incontrato Gori la prima volta durante le primarie per il Pd nel 2012 quando di fatto era lo spin doctor di Matteo Renzi. Fu l'ex sindaco di Piacenza Roberto Reggi a presentarmelo e da lì iniziai a collaborare. Poi Gori mi chiamò nel 2013 perchè aveva intenzione di candidarsi a sindaco a Bergamo. Vinse nella primavera del 2014 con lo slogan "Bergamo cambia passo". Ora abbiamo già iniziato a occuparci della nuova missione. Lui non è ancora candidato ufficialmente, ma ha dato la propria disponibilità a farlo. E così da un mese stiamo facendo una serie di riunioni per prepararci: il 22 ottobre intanto c'è il referendum sulle autonomie in Lombardia e Veneto, che mi sembrano più che altro una presa in giro per la gente. Quindi nella prossima primavera le Regionali».

Ci dica. Che tipo è Gori?

«Intanto un amico. Poi è un gran lavoratore e un politico raffinato. Con lui Bergamo ha davvero cambiato volto. L'ho sempre detto: è un cavallo di razza. Io lo vedo come leader politico nazionale».

Senta da qualche anno è in giro per l'Italia. Non le è mancato fare l'ultima campagna elettorale a Piacenza? 

«Come sempre Piacenza si muove in ritardo (sorride, ndc). Qualcuno per la verità mi aveva contattato, ma avevo già preso degli impegni in altre realtà».

Chi l'aveva contattata? 

«Devo dire un po' tutti i principali candidati. Ma se avessi potuto scegliere, avrei aiutato volentieri Stefano Torre, non ho dubbi».

Due maghi a confronto. "Torre sindaco" fa moda anche fuori Piacenza.

«Non si può negare: Torre ha inventato qualcosa di nuovo, un "prodotto" vincente e ha avuto successo. Ed è giusto che lo esporti anche in altre realtà d'Italia. Torre ha fotografato alla perfezione l'evoluzione disperata di dove sta andando questo paese».

A quale campagna elettorale è più legato di quelle che ha realizzato? 

«Risposta troppo facile: sono molto affezionato a quelle di Reggi, in fondo il mio laboratorio politico è nato con lui».

Libertà

facebbok

Rassegna Stampa

TommasoFoti
powered by Blacklemon Srl