LE REAZIONI DEI RESIDENTI
Appena sentono parlare di Ramadan sgranano gli occhi: «Non
ce ne parli. Sono anni che combattiamo...» dice un residente in
bicicletta che preferisce non dire il nome. Pochi vogliono esporsi. Ma chi lo fa vede come il fumo negli occhi il capannone di
via Mascaretti gestito dal Centro
culturale islamico. Siamo tra
Barriera Torino e via Anguissola (Borgotrebbia). Una strada
piccola, prevalentemente occupata da palazzine residenziali
con qualche attività artigianale.
Zona tranquilla, ben riparata dal
traffico di via Emilia Pavese. Al
civico 7 sorge questo edificio di
proprietà di una privata che da
anni lo ha affittato al Centro culturale islamico. Dovrebbe essere utilizzato come centro culturale, appunto. In realtà l'attività
prevalente è la preghiera. Non
ne fa mistero nemmeno Mohamed Shemis, l'imam a capo della comunità.
«Specialmente negli anni scorsi
- spiega un residente - durante il
Ramadan la situazione era insostenibile. Dal richiamo del
muezzin fino a fine preghiera
c'era un caos e un disturbo incredibile». Parecchie le segnalazioni fatte negli anni al Comune
che ha emandato un'ordinanza.
La pandemia Covid ha in realtà
ridotto la partecipazione dei fedeli: se negli anni scorsi erano
oltre cento che pregavano ogni
sera, adesso sono poche decine.
«Sanzione dovuta»
Il caso della moschea di Strada
Caorsana ha contribuito a riaccendere i rifelttori anche su
quanto accade in via Mascaretti. E dopo la sanzione di lunedì
sera anche la politica interviene.
«Non si tratta di discriminazione, ma del rispetto delle regole –
è il commento del capogruppo
regionale della Lega Matteo
Rancan – poiché Piacenza è in
zona arancione, i centri culturali non possono essere aperti. Pertanto la sanzione da 400 euro
elevata al responsabile del centro islamico di via Mascaretti non
solo è legittima ma anche dovuta. Le regole valgono per tutti e
vanno rispettate. Da qui il mio
plauso agli agenti della polizia
locale che presidiano il nostro
territorio e che vigilano e perseguono il rispetto delle leggi»
«L'imam sfida la legge»
«La sanzione a chi non rispetta
la legge è un atto dovuto: sono
soddisfatto dell'intervento della polizia locale in via Mascaretti atteso che nessuno, e per qualsiasi ragione, è al di sopra della
legge – interviene il deputato
Tommaso Foti di Fdi -. Ciò detto, non risulta minimamente accettabile che il responsabile del
centro Islamico di via Mascaretti, dopo avere adito, come nel
suo diritto, il giudice amministrativo avverso l'ordinanza dirigenziale che inibiva l'utilizzo
ai fini di culto dell'immobile in
questione, continui a sfidare la
pubblica autorità disattendendo la decisione a lui sfavorevole
del Consiglio di Stato. Come già
evidenziato al Ministro dell'Interno in una recente interrogazione parlamentare, quanto accade a Piacenza non può essere
solo registrato e/o annotato, ma
occorre un intervento deciso e
conclusivo per porre definitivamente fine ad un utilizzo contro
legge di un immobile che non è
mai stato – ne è – destinato ad attività di culto. Auspico che il Comitato provinciale per l'ordine e
la sicurezza pubblica, nel caso
dovesse perdurare l'illecito ed illegittimo utilizzo dell'immobile
in questione, adotti le iniziative
più consone a risolvere un problema che si trascina oramai da
troppi anni».
«Le regole per tutti»
Interviene anche il segretario
della Lega Emilia Andrea Ostellari: «Le regole ci sono e valgono
per tutti. A nome della Lega Emilia e mio personale ringrazio la
Polizia Locale di Piacenza, per
averle fatte rispettare. Se bar, palestre e teatri non possono aprire, devono rimanere chiusi anche i centri culturali islamici,
compreso quello di via Mascaretti. Il responsabile della sua
apertura, avvenuta ieri in concomitanza con il Ramadan, è stato prontamente multato. Un
plauso anche all'assessore alla
Sicurezza, Luca Zandonella, per
non aver fatto passi indietro: la
Lega a Piacenza c'è e difende la
legalità».
Libertà