Rassegna Stampa

'Il disturbo c'e', anche forte' Il centrodestra: bene lo stop

Data: 14/04/2021

LE REAZIONI DEI RESIDENTI

Appena sentono parlare di Ramadan sgranano gli occhi: «Non ce ne parli. Sono anni che combattiamo...» dice un residente in bicicletta che preferisce non dire il nome. Pochi vogliono esporsi. Ma chi lo fa vede come il fumo negli occhi il capannone di via Mascaretti gestito dal Centro culturale islamico. Siamo tra Barriera Torino e via Anguissola (Borgotrebbia). Una strada piccola, prevalentemente occupata da palazzine residenziali con qualche attività artigianale. Zona tranquilla, ben riparata dal traffico di via Emilia Pavese. Al civico 7 sorge questo edificio di proprietà di una privata che da anni lo ha affittato al Centro culturale islamico. Dovrebbe essere utilizzato come centro culturale, appunto. In realtà l'attività prevalente è la preghiera. Non ne fa mistero nemmeno Mohamed Shemis, l'imam a capo della comunità. «Specialmente negli anni scorsi - spiega un residente - durante il Ramadan la situazione era insostenibile. Dal richiamo del muezzin fino a fine preghiera c'era un caos e un disturbo incredibile». Parecchie le segnalazioni fatte negli anni al Comune che ha emandato un'ordinanza. La pandemia Covid ha in realtà ridotto la partecipazione dei fedeli: se negli anni scorsi erano oltre cento che pregavano ogni sera, adesso sono poche decine.

«Sanzione dovuta» 
Il caso della moschea di Strada Caorsana ha contribuito a riaccendere i rifelttori anche su quanto accade in via Mascaretti. E dopo la sanzione di lunedì sera anche la politica interviene. «Non si tratta di discriminazione, ma del rispetto delle regole – è il commento del capogruppo regionale della Lega Matteo Rancan – poiché Piacenza è in zona arancione, i centri culturali non possono essere aperti. Pertanto la sanzione da 400 euro elevata al responsabile del centro islamico di via Mascaretti non solo è legittima ma anche dovuta. Le regole valgono per tutti e vanno rispettate. Da qui il mio plauso agli agenti della polizia locale che presidiano il nostro territorio e che vigilano e perseguono il rispetto delle leggi»  

«L'imam sfida la legge» 
«La sanzione a chi non rispetta la legge è un atto dovuto: sono soddisfatto dell'intervento della polizia locale in via Mascaretti atteso che nessuno, e per qualsiasi ragione, è al di sopra della legge – interviene il deputato Tommaso Foti di Fdi -. Ciò detto, non risulta minimamente accettabile che il responsabile del centro Islamico di via Mascaretti, dopo avere adito, come nel suo diritto, il giudice amministrativo avverso l'ordinanza dirigenziale che inibiva l'utilizzo ai fini di culto dell'immobile in questione, continui a sfidare la pubblica autorità disattendendo la decisione a lui sfavorevole del Consiglio di Stato. Come già evidenziato al Ministro dell'Interno in una recente interrogazione parlamentare, quanto accade a Piacenza non può essere solo registrato e/o annotato, ma occorre un intervento deciso e conclusivo per porre definitivamente fine ad un utilizzo contro legge di un immobile che non è mai stato – ne è – destinato ad attività di culto. Auspico che il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, nel caso dovesse perdurare l'illecito ed illegittimo utilizzo dell'immobile in questione, adotti le iniziative più consone a risolvere un problema che si trascina oramai da troppi anni».

«Le regole per tutti» 
Interviene anche il segretario della Lega Emilia Andrea Ostellari: «Le regole ci sono e valgono per tutti. A nome della Lega Emilia e mio personale ringrazio la Polizia Locale di Piacenza, per averle fatte rispettare. Se bar, palestre e teatri non possono aprire, devono rimanere chiusi anche i centri culturali islamici, compreso quello di via Mascaretti. Il responsabile della sua apertura, avvenuta ieri in concomitanza con il Ramadan, è stato prontamente multato. Un plauso anche all'assessore alla Sicurezza, Luca Zandonella, per non aver fatto passi indietro: la Lega a Piacenza c'è e difende la legalità».

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