Rassegna Stampa

I parlamentari piacentini: il voto e' la soluzione

Data: 10/08/2019

Per la Lega «troppi no», fine inevitabile. E Foti (Fd'I): «Era un governo contro-natura»

L'alleanza tra Salvini e Di Maio si è consumata e con il suo sgretolarsi il governo è entrato in crisi, suscitando reazioni differenti tra i parlamentari piacentini, i quali però al momento sembrano tutti vedere nel voto l'unica via percorribile. Abbiamo contattato Pietro Pisani (Lega), poco dopo che il senatore ha dato il suo personale ok alla sfiducia a Conte. «A questo punto non resta che la soluzione del voto - spiega - dal momento che l'Italia necessita di un cambiamento e in questa fase tutto appare bloccato. Non si riesce più a licenziare una legge, penso ad esempio a quella dell'autonomia delle regioni, mai voluta dai Cinque stelle. E poi non scordiamo il caso dell'Ilva e delle aziende piacentine che non sono state salvate per l'incapacità di alcuni ministeri e di alcuni ministri. In altri termini, stando così le cose l'unica soluzione che resta va era la rottura, questo per dare in futuro al Paese un governo che faccia le riforme che gli italiani chiedono». Sempre sul versante Lega, le parole della deputata Elena Murelli non si discostano da quelle del collega di partito: «Dopo una serie ininterrotta di no, dalla Tav all'autonomia regionale, passando per la mancanza di una conversione sulla flat tax, è inevitabile che finisca in questo modo. A partire dalla campagna elettorale delle Europee, inoltre, abbiamo subito da parte dei Cinque stelle forti attacchi». «Comunque la Lega ha portato a casa alcuni risultati a cui teneva - prosegue - il primo decreto sicurezza e quello bis su tutti, ma anche la recente approvazione in via definitiva del disegno di legge che prevede l'obbligatorietà dell'educazione civica». E ora il futuro è un'ipotesi: governo tecnico o elezioni? «Per noi la strada da seguire è quella che ci porterà alle elezioni, dipenderà però anche dagli accordi che verranno fatti. La Lega non teme il passaggio elettorale e il rischio di perdere la poltrona». Sul fronte di Fratelli d'Italia, l'onorevole Tommaso Foti (Fd'I) non è rimasto stupito dall'epilogo dell'esperienza di governo. «Lo ripeto da tempo - dice - non poteva che terminare così. Il governo gialloverde nasceva contro natura, per comprenderlo era sufficiente guardare le radici dei due movimenti che lo compongono, diametralmente opposte. Il contratto stesso di governo era giustificato dall'emergenza di dare un esecutivo al Paese, ma alla fine i nodi sono venuti al pettine. Nella durata di cinque anni, poi, non ci ho mai creduto, così come mai ho ritenuto che potesse essere il governo del cambiamento, capace di stravolgere antichi riti». «Nuove maggioranze? Francamente ci credo poco - prosegue Foti - l'esperienza mi dice che dopo una rottura di questo tipo dare vita a nuovi governi senza legittimazione elettorale è improbabile. Quindi si andrà a elezioni. Semmai pensavo che lo scossone sarebbe giunto subito dopo le elezioni europee, perché pur conservando i numeri il governo aveva visto ribaltati completamente i rapporti di forza al suo interno». «Il futuro? - chiude Foti - Penso che ci possa essere spazio per un nuovo centrodestra, naturalmente diverso da quello a cui eravamo abituati». La vicesegretaria del Partito Democratico, Paola De Micheli, commenta dal fronte politico opposto queste ore concitate della politica italiana. «Il buco di 30 miliardi di euro nei conti pubblici è responsabilità di Di Maio e Salvini. Questo è uno dei motivi per il quale non ci sarà l'accordo con i Cinque stelle per un eventuale nuovo governo. Se Mattarella dovesso proporlo? Sono chiare le parole pronunciate da Nicola Zingaretti: per noi la soluzione è il voto». «Semmai ci si deve chiedere se sarà questo governo, o un altro, a condurre il Paese fino alle elezioni, che verosimilmente saranno il 27 ottobre. Non credo che Salvini sia la persona giusta per farlo». Proprio sulle elezioni che sembrano fare capolino all'orizzonte, la De Micheli sostiene che «il Pd si presenterà alla prossima tornata elettorale con una solida coalizione». Pierluigi Bersani (LeU), almeno in queste prime ore in cui si sta consumando la crisi, ha preferito la via del silenzio e della riflessione.

Libertà

facebbok

Rassegna Stampa

TommasoFoti
powered by Blacklemon Srl