L'onorevole Tommaso Foti replica anche al vicepresidente di Unioncamere: caldeggia un progetto che non ha né capo né coda
L'onorevole Tommaso Foti
(Fratelli d'Italia) a stretto giro di
posta replica alle valutazioni di
Andrea Prete, vicepresidente
nazionale di Unioncamere favorevole all'accorpamento delle Camere di Commercio di
Piacenza, Parma e Reggio e soprattutto Foti esprime la sua
certezza che «salterà la norma
che impone l'accorpamento
della Camera di Commercio di
Piacenza».
«Ingolosire gli avidi»
«Che il vicepresidente vicario
di Unioncamere (vd. intervista
a Libertà di ieri, ndr) speri di acquisire consensi favorevoli alla
fusione-sottomissione della Camera di Commercio di Piacenza con quelle di Parma e Reggio
- obietta Foti - evocando le
maggiori risorse a disposizione, la dice lunga sul fatto che
quello da lui caldeggiato è un
progetto senza capo né coda,
che spera solo d'ingolosire gli
avidi».
Foti "bolla" le considerazioni di
Prete come «lusinghe», del resto non nutre dubbi l'esponente di Fratelli d'Italia: «l'articolo
61 del decreto "agosto" verrà
stralciato, essendosi creato in
tal senso un fortissimo fronte
politico trasversale». Foti nei giorni scorsi aveva già
espresso la propria contrarietà
alla norma in questione.
«E con l'abolizione dell'articolo 61 se ne andrà in soffitta -
continua - sia il commissariamento della Camera di Commercio, sia, in particolare, la
nuova formulazione che essa
disponeva del terzo comma,
dell'articolo 1 della legge n.
580/1993, in ragione del quale
già sarebbe diventata operativa un'unica Camera di Commercio emiliana frutto dell'accorpamento forzato di quelle di
Piacenza, Parma e Reggio».
«Territorio rapinato»
Foti ricorda come Fratelli d'Italia non da oggi abbia sempre
espresso una posizione contraria alla fusione anche in nome
del fatto che negli anni il territorio piacentino «è stato oggetto di vera e propria rapina dei
centri direzionali e ciò abbiamo
sempre coerentemente denunciato».
E poi il graffio politico: «Una rapina che - anche se inspiegabilmente nessuno lo dice - ha
sempre trovato terreno fertile
quando Piacenza era nelle mani della sinistra».
Per Foti il pericolo dell'accorpamento imposto o della calata
del commissario per imporlo è
scongiurato, ma proprio in questa fase a chi siede nel consiglio
camerale è chiesto di delineare
una strategia che abbia come
«stella polare» quella di preservare in tutto e per tutto l'autonomia della Camera di Commercio di Piacenza.
Preservare l'autonomia
L'autonomia, argomenta il parlamentare, serve in primo luogo proprio alle categorie economiche rappresentate nella
Camera di commercio e alle associazioni di riferimento, «è un
valore e non un orpello».
Da ultimo, una risposta - pur
senza mai citarlo - al segretario
del Partito Democratico Silvio
Bisotti che aveva pubblicamente rintuzzato Foti definendo
"inopportuno e strumentale" il
parallelismo sollevato dall'onorevole fra la questione camerale e la richiesta avanzata dal Pd
alla sindaca Barbieri di ritirare
l'ordinanza "monstrum" che
vieta di sedere sui gradini di alcuni luoghi cittadini.
Il Pd, secondo Foti, avrebbe
preferito sul tema polemizzare
invece di convenire sul pericolo dell'accorpamento imposto:
«Nella vana speranza di ritagliarsi un ruolo politico» conclude l'esponente di Fratelli
d'Italia che spinge a sua volta il
pedale della vis polemica e vede in Bisotti : «il commissario liquidatore del suo partito».
Libertà