Editoriale di Giangiacomo Schiavi - Libertà
IL COMMENTO
Non sarà il nome sparito da un casello
autostradale a far cambiare la percezione di una città e di un territorio, ma
dietro la sostituzione dell'uscita Piacenza Nord con Basso Lodigiano si nasconde un'insidia sottile che si chiama campanile, più che l'erosione d'immagine o la perdita
dell'ennesimo frammento di identità.
Non me ne vogliano gli amici della Bassa, di quella terra segnata dal Po che ispirò i versi di Virgilio e
che il pittore Novello fece conoscere agli intellettuali del Bagutta, ma in questa (minuscola) battaglia dei cartelli per segnalare l'esistenza di paesi e
mondi un po' declinanti nella competizione globale vedo soltanto una guerra tra poveri, tra chi alza orgogliosamente la bandiera del proprio cortile e chi gli risponde provocatoriamente con un dito nell'occhio.
Sono istintivamente dalla parte dell'onorevole Foti, anche se non condivido il suo ultimo aut aut nei
confronti della Bassa e del sottosegretario Guidesi che dal 2011 si batte per valorizzare il territorio
dove è nato, appoggiato da sindaci e cittadini della zona: ritengo legittimo rivendicare più visibilità per i luoghi ignorati dal cartello autostradale, ma
allo stesso tempo credo che Piacenza debba essere difesa e non lasciata un'altra volta a mani vuote.
Mi preoccupa l'indifferenza cittadina e un pò anche la signorilità con la quale il sindaco Barbieri ha
lasciato correre: fa pensare alla locuzione latina
"de minimis non curat praetor", cioè non perdiamo tempo con questioni poco importanti e pensiamo a cose più serie. Ma di sottrazione in sottrazione, di trasloco in trasloco, di chiusura in chiusura, come è avvenuto negli ultimi anni, Piacenza corre il rischio di diventare sempre più marginale, un convitato di pietra tra Parma, Cremona e
Lodi, strattonato di qua e di là dai richiami emiliani e dalle sirene lombarde, il "terrein vague" per i
capannoni della logistica. Altro che alleanze e giochi di squadra, di cui si fa un gran parlare: la sensazione è che ognuna delle citta di confine giochi
per sè, nella corsa al recupero di ruoli e funzioni
penalizzate dalla crisi economica e dalla schizofrenia legislativa dei governi e delle maggioranze
parlamentari. In questo caso forse è doveroso ricordare a chi canta vittoria per la nuova toponomastica che difficilmente il cambio netto funziona, anzi, a volte il nuovo nome resta appeso al vuoto. E' stato così per lo stadio di Milan e Inter, quando San Siro è stato sostituito con il leggendario nome di Meazza. Rimarrà San Siro per tutta la vita.
Se proprio si voleva, la mediazione del buon senso si poteva trovare avvicinando Piacenza e San
Rocco con una toponomastica adeguata, ibrida,
come il confine che divide le due sponde.
Ecco il cartello autostradale che è diventato
caso. Era "Piacenza Nord" dall'8 dicembre
1958, lungo l'A1 in corrispondenza di
Guardamiglio: ora doveva diventare "Basso
Lodigiano", ma il ministero ha "frenato"
Basso Lodigiano e Piacenza sono terre
gemellate ma divise, una gravita
sull'altra, con accenti linguistici diversi e frequentazioni comuni, soprattutto
d'estate lungo la valle del Trebbia. Non c'è
un muro, ma un ponte tra le due sponde. E
i ponti sono quelli da difendere e da valorizzare, come ha fatto l'ex sindaco Reggi quando quello storico era crollato. Uniti e non divisi verso il futuro.
Non mi piace il nuovo cartello, ma vi faccio
lo stesso gli auguri, amici della Bassa. Continuerò a uscire a Piacenza Nord e a sollecitare un fronte comune per valorizzare l'asse del Po e il turismo nelle valli. Quanto a
Piacenza, per difendersi deve tornare a far
politica, ma soprattutto deve trovare una politica per Piacenza. Per non essere esclusa
dai circuiti che contano e per pesare di più
quando si tratta di difendere un territorio
trascurato, sul quale issare per davvero un
grande nuovo cartello. Questo: capitale del
ben d'essere, del buon vivere, della bellezza, del buon cibo, della logistica, della coppa e di Amazon, come dice il sociologo Bonomi, di un'autenticità che si reclamizza da
sola quando ci sono qualità e sentimenti.
Libertà