Manfredi, Lucia e Fiammetta sul caso riportato martedì da Libertà: «Improvvida iniziativa»
«Un senso di fastidio insopprimibile. Non utilizziamo noi così liberamente l'immagine di nostro
padre. Perché dovrebbero farlo altri? Vale per tutti i partiti, sia chiaro. Li diffidiamo dall'utilizzare in
campagna elettorale ancora l'immagine del giudice Paolo Borsellino. O saremo costretti a passare alle vie legali». Lo annunciano i figli
del giudice trucididato nel 1992 da
Cosa Nostra Borsellino; a parlare a
Libertà, ieri pomeriggio al telefono, sono Manfredi, Lucia e Fiammetta Borsellino, tramite l'avvocato di famiglia Fabio Trizzino (marito di Lucia), che ha diffuso una
posizione ufficiale contro il volantino circolato alcuni giorni fa per
annunciare l'evento di martedì sera a Podenzano contro le mafie organizzato da Fratelli d'Italia. Il caso del "volantino apocrifo" era stato riportato martedì dal nostro
quotidiano: nell'articolo già il fratello del giudice Borsellino, Salvatore, si era detto indignato. In realtà il manifesto ufficiale della serata, presente anche sulla pagina Facebook di Fd'I Piacenza oltre che
su quella del coordinatore Tommaso Foti, non aveva la foto di Borsellino, bensì un nastro tricolore. Fatto sta che il volantino con l'immagine del giudice Borsellino e la
scritta "Borsellino vive", rilanciato
anche sui social, è arrivato rapidamente fino in Sicilia. «La nostra famiglia non ha mai voluto associare la figura del giudice Borsellino
ad alcuna fazione politica», precisa l'avvocato, a nome dei figli. «Tanto meno all'interno di una competizione elettorale. Distinguiamo ovviamente coloro che utilizzano l'immagine del giudice Borsellino
per rendergli omaggio ogni luglio,
ricordando la tragedia della sua
morte. Così come sappiamo che
tante scuole svolgono un lavoro
importante parlando del giudice
Borsellino alle giovani generazioni». Ma in campagna elettorale, a
un mese dalle elezioni, il rischio di
strumentalizzazione c'è, secondo
i familiari, i quali definiscono il volantino una "improvvida iniziativa". E ancora su Adnkronos: «Diffidiamo pubblicamente i responsabili dall'utilizzare in qualsiasi forma e modo l'immagine e il nome
di Paolo Borsellino e ci riserviamo
per ogni altro aspetto di adire le vie
legali per l'uso improprio e illegittimo che è stato fatto dell'immagine e del nome di nostro padre».
L'avvocato Trizzino precisa: «Ci è
stato garantito dall'onorevole Cristina Varchi, deputata di Fratelli
d'Italia, che si è trattato di un equivoco ad opera di un militante, ma
che il partito non c'entra. Bene.
Sappiamo che il giudice Borsellino è patrimonio della nazione. Come tale deve essere. Ma un caso così, sotto elezioni, non ci era ancora
capitato».
Libertà