Rassegna Stampa

Tra i partiti un ventaglio di si', no, forse per i duemila potenziali baby elettori

Data: 02/10/2019

LE OPINIONI DI PD, M5S, FRATELLI D'ITALIA, FORZA ITALIA, ARTICOLO 1 E LEGA

Braccia aperte a circa duemila sedicenni potenziali elettori (di cui 862 in città)? Più sì che no dai partiti, molto attenti però alle sfumature e ai distinguo. La proposta di abbassare l'età del voto lanciata dall'ex premier Enrico Letta (Pd), convinto che vi sia una sotto rappresentazione delle idee dei giovani, ha conquistato fette della maggioranza giallorossa, ma cosa ne pensano i gruppi politici piacentini? Le risposte sono al momento anche personali e non di schieramento in senso stretto. Decisamente a favore è Silvio Bisotti, segretario provinciale del Partito Democratico: «È giunta l'ora, come dice Zingaretti. Ma occorre - avverte - per evitare contraddizioni palesi, sciogliere la questione del voto ai diciottenni al Senato, proposta votata alla Camera ma non al Senato, insomma, ci vuole una coerenza di fondo». Il mondo è cambiato, il quadro sociale pure, i sedicenni di oggi viaggiano per l'Europa. «Ma non ci si vuole accaparrare fiducia in modo strumentale, sono il futuro e su ambiente e lavoro devono poter dire la loro e non fidarsi di un elettorato che vede prevalere l'età avanzata». Bisotti lancia anche apartire dalla prossima settimana la proposta di aprire ogni quindici giorni la sede di partito a un "question time" per i giovani: «vengano liberamente per capire e discutere le parole delle politica, ma senza indottrinamenti». Inclusi i temi ambientali piacentini, come l'inceneritore. Per Corrado Pozzi, commissario provincia della Lega: «se a sedici anni si lavora e si pagano le tasse forse si ha diritto di esprime la propria posizione e scelta politica, tutto questo però non deve essere influenzato dalla convenienza del momento». Pozzi è «abbastanza favorevole» infatti ma condizione che ci si tenga lontani da strumentalizzazioni politiche. I Fridays for future che hanno portato masse di sedicenni a scioperare non sono un sintomo della voglia di partecipare? «Non mischierei le due cose, teniamole ben distinte». Qualche perplessità ce l'ha Andrea Pugni, ex candidato sindaco di M5s e oggi capogruppo in Comune: «C'è un'apertura al voto dei sedicenni nel movimento, ma con tutti i problemi da gestire oggi al governo è una delle ultime cose da affrontare almomento, è la mia opinione, ok per il futuro, ma ora mi pare la ricerca di qualche consenso. L'effetto Greta? Mah, sembra un fuoco di paglia. Credo invece che se fermiamo un ragazzo e gli chiediamo chi è il presidente del Consiglio sia difficile che lo sappia». Ci vuole un po' più di «saggezza» per votare. E anche Tommaso Foti , deputato di Fratelli d'Italia, che pure ha iniziato prestissimo a far politica, argomenta: «La società non è che si sente più completa se abbassiamo l'età del voto, non sono convinto che interessi più di tanto, non per decreto. L'esercizio del voto dovrebbe essere un momento di fondata valutazione del contributo che tu dai alla tua patria. Un tempo c'era grande partecipazione alla politica, tensione ideale, era un momento di formazione, ora non più. I Venerdì? Non confondiamo i piani, se si fa sciopero e poi ci si fa venire a prendere (a scuola, ndr) con il Suv dalla mamma...». Francesco Cacciatore, coordinatore di Articolo 1, è invece favorevole: «Penso che l'accesso alla cultura e alle informazioni e il senso del proprio tempo di un sedicenne di oggi siano sicuramente comparabili se non più significativi di quello che erano per un diciottenne quarant'anni fa. Credo che siano in grado di prendersi tutti i benefici e le responsabilità di un maggiorenne». E anche Jonathan Papamarenghi, coordinatore provinciale di Forza Italia, è a favore a patto che..: «La linea di Forza Italia, come sottolineato dal capogruppo al Senato Bernini, è favorevole al voto ai sedicenni sapendo però che anzitutto è necessario formare rendendo consapevoli i giovani, a partire magari dalle Amministrative che vedono candidati e temi più vicini alla quotidianità di ognuno. Tema da affrontare, in generale, è sempre quello dell'astensionismo, che incide maggiormente con i più giovani». 

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