Regione (Archivio)

Trasformare il Po in una 'Autostrada su acqua'; Foti: la Regione apra il confronto con gli altri partner istituzionali e del mondo produttivo

Data: 04/01/2016
Numero: 1899
Soggetto: Assessore ai trasporti, reti infrastrutture materiali e immateriali, programmazione territoriale e agenda digitale
Data Risposta: 23/02/2016

Per sapere, premesso che:- 

la Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPO) ha redatto su incarico delle regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto, due studi di fattibilità per rendere il fiume Po navigabile tutto l'anno che hanno comportato un costo complessivo di 3.000.000,00 di euro; 

detti studi riguardano: a) la navigabilità completa nel tratto di collegamento dal mare Adriatico al porto di Cremona; b) l'estensione del canale navigabile da Cremona fino a Trucazzano (Milano); 

la realizzazione del progetto riguardante la navigabilità completa del fiume Po, come sopra descritta, potrebbe trasformare lo stesso in una vera e propria "autostrada dell'acqua", costituendo una valida alternativa al trasporto su gomma e a quello su rotaia; 

l'Unione Europea prevede la possibilità di erogare contributi a fondo perduto fino al 40% dell'investimento complessivo, mentre il restante fabbisogno potrebbe essere finanziato ricorrendo al project financing; 

appare quanto meno indispensabile attivare, in accordo con le altre Regioni, un proficuo confronto con il mondo economico ed industriale per verificare il concreto - o meno - interesse dello stesso all'utilizzo di detta modalità alternativa di trasporto; 

se la Giunta Regionale intenda promuovere un momento di confronto con le regioni Lombardia, Piemonte e Veneto per accertare la condivisione del progetto ed operare le conseguenti scelte di natura tecnica (a partire dalla soluzione progettuale migliore) ed economica; 

se la Giunta regionale intenda promuovere, in accordo con le predette Regioni, una conferenza nazionale sul fiume Po, previa adesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero delle Infrastrutture, volta a richiedere che la navigabilità del fiume Po sia inserita tra le priorità nell'agenda nazionale ed europea.

Tommaso Foti

DIBATTITO INTEGRALE IN ASSEMBLEA LEGISLATIVA

OGGETTO 1899

Interpellanza circa le azioni da attuare per inserire nelle priorità dell'agenda nazionale e di quella europea la navigabilità del fiume Po, anche tramite la promozione di una specifica conferenza nazionale. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Proseguiamo con l'oggetto 1899: Interpellanza circa le azioni da attuare per inserire nelle priorità dell'agenda nazionale e di quella europea la navigabilità del fiume Po anche tramite la promozione di una specifica Conferenza nazionale.

Risponde l'assessore Donini.

La parola al consigliere Foti per l'illustrazione dell'interpellanza in oggetto.

 

FOTI: Se questo intervento non viene inteso in senso ostruzionistico, così come malamente potrebbe essere definito da osservatori non attenti, mi permetto di sottolineare che questa è un'interpellanza che, a mio avviso, rappresenta una di quelle possibili novità che potrebbero caratterizzare l'atteggiamento di questa Regione rispetto al passato.

Del tema della navigabilità del fiume Po si dibatte ormai da cinquant'anni, quindi probabilmente il fatto che questo progetto non sia stato realizzato nella prima parte del secolo scorso è la dimostrazione che la successiva è servita a poco sul punto. Tuttavia, a prescindere da questo elemento, io ritengo che gli studi che sono stati commissionati, che AIPO ha consegnato alle Regioni, significativamente alle Regioni che rappresentano la parte del Paese forse più industrializzata d'Italia, perché è un quadrilatero che vede Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto, rappresentino una buona base di partenza.

Si parla, peraltro, di progetti collegati a un tema a cui lei, assessore Donini, sicuramente non è insensibile. Infatti, proprio di recente in Commissione ha prodotto dati che non possono non far nascere interrogativi, vale a dire che, nonostante tutte le iniziative introdotte, nonostante tutte le buone volontà, il numero di chilometri percorsi su strada è in aumento rispetto al passato. Allora, l'idea di creare le cosiddette "autostrade dell'acqua" può rappresentare un'alternativa, sempreché il sistema imprenditoriale segue questa idea e che, contestualmente, il sistema politico ne persegua le finalità. Mi pare ovvio, infatti, che mai nessuno si sognerà di realizzare un trasporto lungo il fiume quando basta arrivare alla prima ansa del Po per essere costretti a fermarsi. Quindi, bene farebbe la Regione Emilia-Romagna a prendere seriamente in esame questi studi e soprattutto a manifestare questa sua volontà in un confronto con le quattro Regioni, che politicamente non sono omogenee, ma che hanno le stesse identiche caratteristiche e potenzialità di sfruttamento, di dar vita a un corridoio ben diverso dai corridoi europei, tutti tradizionalmente dedicati al trasporto su gomma.

È in questo quadro che mi permetto di sollecitare almeno un livello di attenzione superiore rispetto al passato al tema che qui ho proposto.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

La parola all'assessore Donini per la risposta. Ha otto minuti a disposizione.

 

DONINIassessore: La ringrazio, consigliere Foti, per aver presentato questa interpellanza, in quanto mi consente di ribadire alcuni concetti che abbiamo già sviluppato nella discussione in Commissione, alla quale peraltro lei faceva riferimento.

Innanzitutto le Regioni Lombardia, Veneto e Piemonte fanno parte, insieme all'Emilia-Romagna, sia del Comitato di indirizzo di AIPO sia dell'Intesa interregionale per la navigazione interna. Io tendo sempre a non cercare di duplicare le sedi di concertazione, di discussione e di confronto sui temi infrastrutturali, ma quelle che ci sono penso debbano essere utilizzate pienamente. Quindi, su questi temi già abbiamo avuto modo di aprire un confronto e di discutere, ma la Regione Emilia-Romagna in queste sedi è disponibile ad andare fino in fondo in una discussione anche più approfondita sul tema da lei citato.

Con riferimento all'inserimento della navigabilità del Po tra le priorità europee, ricordo che il sistema idroviario padano veneto, di cui il Po fa parte, è stato inserito a pieno titolo nei corridoi europei – lei ne faceva riferimento – nella cosiddetta core network della Rete transeuropea dei trasporti 2014-2020. Quindi, del tema si dibatte da decenni, ma il tempo della discussione puntuale e approfondita è proprio in questa legislatura per noi.

La Commissione europea ha approvato le linee-guida del programma TEN-T, che è il principale strumento chiamato a dare attuazione allo sviluppo delle reti transeuropee di trasporto, e all'interno di questo programma l'intero sistema idroviario padano veneto, ovvero il tracciato che si sviluppa attorno all'asta principale del fiume Po, fa parte della core network, ed è costituita da nove corridoi di trasporto ritenuti prioritari dall'Unione europea. Quindi, quando noi riprendiamo il tema della navigabilità del Po, penso che non dobbiamo abbandonarci a battute o a caricature di tipo provinciale, in quanto si tratta di un tema, come lei giustamente richiamava, che nasce anche ai livelli di governo sovraordinato, come appunto il Governo europeo.

La informo, consigliere, che la Giunta regionale, approvando il quadro complessivo delle infrastrutture prioritarie per l'Emilia-Romagna nell'ambito del Piano infrastrutture strategiche, ha quindi tentato un primo livello di dettaglio fra le proposte da avanzare al Ministero delle infrastrutture anche per interventi di promozione della navigabilità del Po in Emilia-Romagna. D'altra parte, lei faceva riferimento a un dato che a me interessa molto: esplodere nella discussione e poi, magari fra quattro anni, misurare quanto le nostre politiche siano state efficaci, sul tema della mobilità del trasporto merci non su strada.

Ci siamo focalizzati molto spesso sul tema trasporto merci su ferro e penso che questa Regione abbia dei risultati e delle performances di primissimo piano in Italia, perché nel 2015 sono tornate a circolare sulle ferrovie della nostra Regione 18 milioni di tonnellate di merci. I dati sono ancora suscettibili di perfezionamento, ma questo significa 720.000 camion che trasportano merci in meno sulle strade.

La geografia ci impone anche di considerare, nell'ambito del trasporto merci, il tema della navigabilità del Po, che oggi, dal punto di vista quantitativo, è irrisorio sul piano della quantità delle merci trasportate, perché non possiamo trascurare che, diversamente dalla strada, riguarda un 7-8 per cento del trasporto merci complessivo.

Siamo una delle Regioni maggiormente virtuose, anche sulla base degli aiuti e degli incentivi, che abbiamo subito firmato come Amministrazione, per esempio con la legge n. 10 del 2014, capaci di muovere un mercato in espansione.

Ci troveremo a questi tavoli con la determinazione di chi vuole esplorare fino in fondo la possibilità di dotare questa infrastruttura naturale che può essere il fiume Po, inteso come navigabilità, facendo appunto il confronto serrato non solo con le altre Regioni, ma anche col Governo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Donini.

Consigliere Foti, ha quattro minuti. Prego.

 

FOTI: A me pare che l'assessore abbia detto – non c'ero nelle passate consiliature, quindi ho letto soltanto dei documenti – delle cose nuove rispetto al passato, seppure con le precauzioni del caso. Le precauzioni ci vogliono tutte ovviamente, perché stiamo parlando di investimenti che non possono essere sostenuti da una Regione e neppure dal sistema delle Regioni, ma che devono essere affrontati, come lei ricordava, sia a livello europeo in termini finanziari, sia in termini dello Stato italiano, perché sono infrastrutture nazionali e sovranazionali.

Ad ogni modo, come dicevo, a me pare che sia significativa l'attenzione che lei ha prestato sul punto, anche perché, come avevamo visto, nonostante i risultati notevoli che la Regione ha ottenuto per il trasporto su ferro, quello che ancora incide in modo pesantissimo su una Regione, che tra l'altro per la sua collocazione fatalmente deve essere attraversata, è il trasporto su gomma.

Il dato che lei prima riferiva, cioè quell'8 per cento di trasporto su ferro, che equivale però a 720.000 camion in meno sulle nostre strade, penso che significhi ben più di un dato. Significa una scelta politica che non si basa sui massimi sistemi, ma sulla realtà dei fatti. Tra la realtà dei fatti vi è anche la possibilità/opportunità di vedere se in questa sede si riesce a trovare una soluzione tra le Regioni, l'Europa e il Governo italiano per rendere possibile, come sfruttamento di autostrade dell'acqua, anche il Po.

Accolgo dunque positivamente le osservazioni che ha fatto l'assessore Donini. Mi sembra di poter anche condividere la sua idea che è inutile moltiplicare i centri di confronto. Le sedi che istituzionalmente ci sono devono essere le uniche che vengono allertate per verificare, nel concreto, se si vuol passare dalle parole e dai disegni ai fatti concreti. Se si dovesse realizzare un fatto concreto di questo tipo, penso che ne gioverebbero la Regione, l'Italia ed Europa, in termini non soltanto economici, ma anche di minori costi ambientali.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

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