Camera

Odg al DDL misure per il contenimento dei costi dell'energia elettrica e del gas naturale - Lavori pubblici e prezzi; dare vero sostegno ed adeguare contratti

Data: 12/04/2022
Numero: 9/3495-AR/134 / Ordine del giorno
Soggetto: Camera dei Deputati
Data Risposta: 13/04/2022

Disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17, recante misure urgenti per il contenimento dei costi dell'energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali (A.C. 3495-A/R)

La Camera, 

premesso che: 

l'articolo 25 del provvedimento in esame ha introdotto una speciale disciplina compensativa per contratti in corso di esecuzione, finalizzata a fronteggiare gli incrementi eccezionali dei prezzi del primo semestre 2022; 

le misure adottate, tuttavia, non appaiono sufficienti, posto che ripropongono un sistema compensativo datato, che trova la sua matrice storica nell'articolo 133 del Codice previgente (decreto legislativo n. 163 del 2006), e, pertanto, chiaramente pensato per operare in tempi « di pace »: in contesti economici, cioè, caratterizzati da stabilità, nei quali gli aumenti colpivano solo un numero limitato di materiali e le imprese, conseguentemente, potevano sopportarne i relativi extracosti, sia pure per qualche mese; non è, invece, immaginabile applicare tali meccanismi in un momento straordinario come quello attuale, contraddistinto da aumenti – spesso a tripla cifra – della stragrande maggioranza dei fattori della produzione, materiali da costruzione inclusi; 

inoltre, la procedura prevista per il riconoscimento degli extra costi si conferma lenta e farraginosa, richiedendo mesi e mesi per giungere alla conclusione; nessuna impresa, grande, media o piccola, può sostenere questo impatto, e il rischio di un generalizzato blocco dei lavori in corso, e del fallimento del programma infrastrutturale del PNRR, è imminente, anche considerato che le misure varate arrivano solo sino al 30 giugno 2022; 

le aziende si trovano nell'oggettiva impossibilità di effettuare una corretta programmazione dei lavori, spesso di durata pluriennale, né di pensare alle giuste strategie aziendali e all'organizzazione dei fattori della produzione; 

a queste problematiche si somma anche quella dell'inadeguatezza dei prezziari sulla base dei quali sono stimate e saranno bandite le opere di prossimo affidamento. occorre, quindi, mettere in campo strategie nuove ed immediate, che consentano rapidamente di mettere in sicurezza, anzitutto, i contratti in corso di esecuzione, le cui offerte siano state fatte nel 2020 o prima, ristabilendo l'equilibrio contrattuale, nonché quelli di prossimo affidamento; 

vi è, poi, il problema degli Accordi Quadro già aggiudicati e/o contrattualizzati sulla base di prezzari risalenti al 2020 o antecedentemente, i cui contratti attuativi saranno affidati nei prossimi mesi; è evidente, infatti, che sarà impossibile, per le imprese, nell'attuale contesto economico, eseguire lavori per i prossimi quattro anni, in assenza di un adeguamento dei prezzi contrattuali, 

impegna il Governo: 

ad adottare con urgenza tutte le iniziative opportune a sostenere le imprese rispetto alle difficoltà scaturite dall'aumento dei prezzi e dalla scarsità dei materiali, sia con riferimento ai contratti già in essere, sia con riferimento ai lavori di prossimo affidamento, in particolare prevedendo: un aggiornamento straordinario dei prezzari in uso e da porre a base di gara, al fine di ristabilire l'equilibrio contrattuale, e la contestuale applicazione – per i lavori residui – di una formula di revisione dei prezzi, per garantire il costante allineamento del contratto alle fluttuazioni del mercato; 

per gli Accordi Quadro già aggiudicati sulla base di prezzari non aggiornati di adottare iniziative affinché abbia luogo un aggiornamento dei progetti prima della stipula dei contratti attuativi; 

l'istituzione di un tavolo di lavoro con le associazioni di categoria maggiormente rappresentative, anche al fine di collaborare nel lavoro di redazione delle linee guida per l'adozione dei nuovi prezzari regionali;

l'esonero da responsabilità per causa di forza maggiore, nel caso di ritardi e/o inadempimenti dovuti agli aumenti dei costi in atto e alle difficoltà di reperimento dei materiali.

Ordine del giorno presentato dall'on. Tommaso Foti 

Testo modificato nel corso della seduta del 13 aprile 2022 così come di seguito

La Camera, 

premesso che: 

l'articolo 25 del provvedimento in esame ha introdotto una speciale disciplina compensativa per contratti in corso di esecuzione, finalizzata a fronteggiare gli incrementi eccezionali dei prezzi del primo semestre 2022; 

le misure adottate, tuttavia, non appaiono sufficienti, posto che ripropongono un sistema compensativo datato, che trova la sua matrice storica nell'articolo 133 del Codice previgente (decreto legislativo n. 163 del 2006), e, pertanto, chiaramente pensato per operare in tempi « di pace »: in contesti economici, cioè, caratterizzati da stabilità, nei quali gli aumenti colpivano solo un numero limitato di materiali e le imprese, conseguentemente, potevano sopportarne i relativi extracosti, sia pure per qualche mese; 

non è, invece, immaginabile applicare tali meccanismi in un momento straordinario come quello attuale, contraddistinto da aumenti – spesso a tripla cifra – della stragrande maggioranza dei fattori della produzione, materiali da costruzione inclusi; inoltre, la procedura prevista per il riconoscimento degli extra costi si conferma lenta e farraginosa, richiedendo mesi e mesi per giungere alla conclusione; nessuna impresa, grande, media o piccola, può sostenere questo impatto, e il rischio di un generalizzato blocco dei lavori in corso, e del fallimento del programma infrastrutturale del PNRR, è imminente, anche considerato che le misure varate arrivano solo sino al 30 giugno 2022; 

le aziende si trovano nell'oggettiva impossibilità di effettuare una corretta programmazione dei lavori, spesso di durata pluriennale, né di pensare alle giuste strategie aziendali e all'organizzazione dei fattori della produzione; 

a queste problematiche si somma anche quella dell'inadeguatezza dei prezziari sulla base dei quali sono stimate e saranno bandite le opere di prossimo affidamento; 

occorre, quindi, mettere in campo strategie nuove ed immediate, che consentano rapidamente di mettere in sicurezza, anzitutto, i contratti in corso di esecuzione, le cui offerte siano state fatte nel 2020 o prima, ristabilendo l'equilibrio contrattuale, nonché quelli di prossimo affidamento; 

vi è, poi, il problema degli Accordi Quadro già aggiudicati e/o contrattualizzati sulla base di prezzari risalenti al 2020 o antecedentemente, i cui contratti attuativi saranno affidati nei prossimi mesi; 

è evidente, infatti, che sarà impossibile, per le imprese, nell'attuale contesto economico, eseguire lavori per i prossimi quattro anni, in assenza di un adeguamento dei prezzi contrattuali, 

impegna il Governo: 

ad adottare con urgenza tutte le iniziative opportune a sostenere le imprese rispetto alle difficoltà scaturite dall'aumento dei prezzi e dalla scarsità dei materiali, sia con riferimento ai contratti già in essere, sia con riferimento ai lavori di prossimo affidamento, in particolare prevedendo: un aggiornamento straordinario dei prezzari in uso e da porre a base di gara, al fine di ristabilire l'equilibrio contrattuale, e la contestuale applicazione – per i lavori residui – di una formula di revisione dei prezzi, per garantire il costante allineamento del contratto alle fluttuazioni del mercato; 

l'esonero da responsabilità per causa di forza maggiore, nel caso di ritardi e/o inadempimenti dovuti agli aumenti dei costi in atto e alle difficoltà di reperimento dei materiali. 

Nella seduta del 13 aprile, stante la riformulazione, l'Ordine del giorno è stato approvato

DIBATTITO IN AULA DEL 12 APRILE 2022

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, il decreto-legge Energia si compone sostanzialmente di quattro titoli, uno dei quali attiene anche alle problematiche delle imprese. Nella fattispecie, l'articolo 25 tratta di un argomento che indubbiamente ha avuto in questo periodo grande audience nei media e anche nelle Aule parlamentari, ma non ha mai trovato una soluzione definitiva da parte del Governo. La speciale disciplina compensativa per i contratti in corso di esecuzione, che viene qui rappresentata all'articolo 25, è largamente insufficiente e sicuramente ricalca, si rifà ad una norma del passato, l'articolo 133 del codice degli appalti, che tutti pensano sia stato meritoriamente superato, ma in realtà - diciamolo francamente, signor rappresentante del Governo - il problema è che nessuna impresa riesce ad andare avanti con le attuali norme a seguito dell'aumento dei prezzi delle materie prime; lo sappiamo benissimo tutti. E quel sistema delle imprese, che dovrebbe dare un contributo fortissimo al raggiungimento degli obiettivi del PNRR, è alla canna del gas, perché gli aumenti delle materie prime, con i contratti in corso d'opera, impediscono di fatto di poter realizzare quelle opere, se le imprese non intendono fallire. I casi sono due: o uno va avanti nei lavori e alla fine di quei lavori porta i registri in tribunale, oppure è costretto a fermarsi prima, nonostante tutte le penali che gli possono essere applicate. Ora, io penso che questo ragionamento valga anche per il futuro, perché è vero che abbiamo uno stock di opere già appaltate, con lavori consegnati e in fase di esecuzione, ma a maggior ragione vi è il tema delle future opere che oggi vengono appaltate ai prezzi vecchi, quando in realtà già in partenza sappiamo che chi partecipa, ha un'offerta che va contro i suoi interessi. E non si è mai visto un imprenditore, che non sia un bandito, che partecipa a una gara sapendo che da quella gara non ricaverà un utile, ma soltanto una gigantesca perdita. Allora, io penso che non di belle parole è fatto un Governo, non di belle parole sono fatti un Esecutivo o un Parlamento, ma di fatti concreti. Ricorderà la sottosegretaria Bergamini che, quando abbiamo discusso in Commissione di questo tema, verso l'una e mezza della notte dello scorso giovedì, la sua collega ebbe a dire che accettava, fin da quel momento, un ordine del giorno vincolante per il Governo, perché quest'ultimo si doveva fare carico del tema. Bene, noi abbiamo presentato, come Fratelli d'Italia, un ordine del giorno che ricalca puntualmente le osservazioni e le proposte dell'emendamento - che non a caso abbiamo ritirato - e attendiamo di vedere se il Governo, dopo le parole della notte, farà seguire almeno la coerenza del giorno. E, quindi, attendiamo il parere espresso su questo ordine del giorno, perché ci è stato detto che sarebbe stato vincolante per il Governo. 

PRESIDENTE. Concluda. 

TOMMASO FOTI (FDI). Non ho ragione di dubitare - e ho concluso, signora Presidente - che la parola data sia mantenuta, perché diversamente dovremmo dubitare di chi, certe parole, le pronuncia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

DIBATTITO IN AULA DEL 13 APRILE 2022

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, accetto la riformulazione ma, volendo sottoporre all'Assemblea l'ordine del giorno per la votazione, chiedo di poter fare anche la dichiarazione di voto. Svolgo la dichiarazione di voto facendo una precisazione. Io non metto in dubbio che da parte del Governo già l'accoglimento del primo punto di questo ordine del giorno sia significativo, perché finalmente significa che il Governo pone attenzione ad un settore, quello degli appalti pubblici, dove anziché realizzarsi extra-profitti si stanno realizzando, da parte degli operatori, delle extra-perdite in ragione dell'aumento delle materie prime, cosa che comporta nuovi costi rispetto alle gare di appalto che magari erano state concluse due anni fa e i cui lavori magari sono stati assegnati e consegnati solo un anno fa. Ora, da parte del gruppo di Fratelli d'Italia vi è un rilievo che appare indispensabile. Il Governo deve agire e non può ritardare ulteriormente l'adozione di un provvedimento sul punto, perché diversamente si mette a rischio una situazione di non conclusione dei lavori in essere appaltati e si mette a rischio tutta la materia del PNRR. Sotto questo profilo, i rappresentanti del Governo, così come i colleghi di Commissione che hanno ascoltato le audizioni sanno bene che non vi sono più margini di manovra. Quindi, io posso convenire con il Governo, che ha inteso riformulare l'ordine del giorno eliminando alcune specificità troppo di dettaglio, ma è altrettanto vero che alcune di queste specificità non potranno comunque sfuggire da quel decreto-legge, magari e indubbiamente rivedute e corrette anche secondo una migliore tecnica legislativa, in ragione di questo impegno, che - voglio ricordare - in Commissione è stato definito vincolante da parte del Governo. Quindi, noi attendiamo che il Governo urgentemente assuma i provvedimenti del caso. In ragione di tutto questo e pur accogliendo la riformulazione, io, però, chiedo che il predetto ordine del giorno sia sottoposto alla votazione, proprio perché l'Aula rafforzi quella che è un'opinione largamente condivisa. 

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/134 Foti, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione). Dichiaro chiusa la votazione. La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

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TommasoFoti
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