Le ipotesi: costruire una nuova struttura, ammodernare l'ex asilo Pallaroni o rinunciare ai fondi. Il dibattito si fa sempre più serrato
Cosa fare degli 864mila euro assegnati a Castelsangiovanni per nuovi posti di asilo nido? Costruire una nuova struttura, con costi di molto superiori, tempi strettissimi e con il rischio che quei posti non siano davvero necessari? Ristrutturare l'ex asilo Pallaroni, a patto che i vincoli a cui il finanziamento è sottoposto lo consentano? Rinunciare ai fondi, con il rischio di essere tacciati di non averli saputi usare? Quelli che erano dubbi accennati si sono palesati durante l'ultima seduta del consiglio comunale quando, dalle minoranze, Roberta Bargiggia (Civiltà Castellana) ha presentato un'interpellanza relativa ai «tempi di realizzo» del nuovo nido, in costruzione in via Eleonora Duse, e alle "misure tampone" per rispondere alla criticità (strutturale) delle liste di attesa. Temi legati all'altra questione venuta avanti da quando si è avuta notizia che al comune sono stati assegnati 864mila euro di fondi Pnrr per 36 posti in più di asilo nido. Una notizia che aveva spiazzato l'amministrazione, già impegnata da un paio di anni nella costruzione di un nuovo nido in via Duse. Nell'anno scolastico 2025 - 2026 ben 73 famiglie potranno portarvi i bimbi, contro i 59 posti attuali. «Oggi – ha detto l'assessora all'istruzione Wendalina Cesario – abbiamo una lista di attesa di 34 bimbi, di cui tre nascituri». I voucher per chi iscrive i bimbi fuori comune, ha reso noto Cesario, sono 6, a cui si aggiungono 5 posti in più al nido Biribimbo e altri 5 alla paritaria San Francesco, con cui è stata siglata una convenzione. In tutto fa 16 famiglie per cui si troverà una soluzione. «Ne restano 18 – ha fatto notare Cesario – e se calcoliamo che dal 2025-'26 passiamo da 59 a 73 posti la lista verrà azzerata». Da qui i forti interrogativi circa l'utilizzo degli 864mila euro per altri 36 posti. Per costruire una nuova struttura aggiuntiva a quella di via Duse, ad esempio, servirebbe molto più degli 864 mila euro, senza tener conto dele spese "vive" per pagare educatori, utenze (si calcola oltre centomila euro l'anno). «Occorre valutare bene – ha detto ancora Cesario – se tutta questa richiesta di posti è reale, altrimenti rischiamo uno spreco di soldi pubblici». Ma per Bargiggia non usare quei soldi sarebbe una «fesseria»: «Investirli in politiche per le famiglie - dice sarebbe auspicabile». Il collega Carlo Capelli ha proposto di adattare l'ex asilo Pallaroni, in convenzione con la parrocchia (proprietaria) e ha chiesto di «valutare bene prima di rinunciare ai fondi». «Il Pallaroni è una struttura che ha molte criticità, ma l'idea è da vagliare», ha detto la sindaca Valentina Stragliati che ha però ricordato: «il bando per l'utilizzo di quei fondi ha vincoli rigidi». Stessa tema posto da Tommaso Foti: «Si parla di posti di nuova istituzione o di ristrutturazione di locali non usati per questo scopo. Inoltre non mi pare che il Pnrr consenta la progettazione su immobili altrui». Ancora Stragliati sulla capacità di utilizzare i fondi: «I cofinanziamenti per la protezione civile e Mab Unesco, il bando per il teatro, dimostrano che ne siamo capaci».
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