Rassegna Stampa

Il ministro Foti dice si' al nucleare 'Ma non a Caorso'

Data: 07/02/2025

ENERGIA L'EX CENTRALE NON È RIATTIVABILE

«Un Paese è forte se energicamente è indipendente. Se non ci muoviamo per rompere il muro del sospetto rispetto ad alcune tecnologie, continueremo ad essere dipendenti da terzi». È il post che il ministro Tommaso Foti ha pubblicato sulla sua pagina Fb. « Ma per Caorso c'è un piano di decommissioning da completare».

«Al nucleare dico sì, ma non a Caorso» Foti frena sulla riconversione di Arturo

Il ministro dopo la visita del senatore Calenda: «Non si può rimettere in funzione. Ma le aziende chiudono a causa dei costi energetici»

«Un Paese è forte se energicamente è indipendente. Se non ci muoviamo per rompere il muro del sospetto rispetto ad alcune tecnologie, continueremo ad essere dipendenti da terzi». È il post che il ministro Tommaso Foti ha recentemente pubblicato sulla propria pagina Facebook. Dopo la visita all'ex centrale di Caorso del senatore Carlo Calenda, che auspica con convinzione il ritorno all'energia nucleare, anche l'onorevole Foti non nasconde la sua presa di posizione. Anzi, dichiara: «Non sono mai stato contrario al nucleare. Sono uno tra i pochi che nel 1987, in occasione del referendum abrogativo, si è battuto per il "no", ottenendo il risultato clamoroso di poche decine di punti percentuali». Su un'ipotetica riconversione del sito di Arturo ad ospitare tecnologia nucleare di nuova generazione, però, Foti va molto cauto: «Per Caorso c'è un chiaro piano di decommissioning che andrebbe anche ultimato. I termini per la dismissione sono abbastanza avanti. La centrale era all'avanguardia quando è stata costruita, oggi, nella sua versione classica, non potrebbe di sicuro rientrare in un piano di ritorno al nucleare. Non si può dire "rimettiamo in funzione la centrale di Caorso". Per realizzarne una nuova, con reattori modulari di piccole dimensioni, ad esempio, si deve prima capire quali sono i requisiti, le caratteristiche e le condizioni richieste sotto il profilo tecnico. Ma non essendo un ingegnere nucleare, non mi pongo il problema di dove individuare i siti ». Dunque non c'è alcuna intenzione di dare nuova vita nucleare a Caorso, ma per Foti è doveroso tornare a studiare soluzioni energetiche basate sul nucleare. «È assurdo pensare di mantenere una scelta che venne fatta 38 anni fa sull'onda dell'episodio di Chernobyl, dove è accaduto quello che sappiamo anche perché in Unio-ne Sovietica c'era un'ideologia politica che non favoriva le comunicazioni della catena di comando. Oltretutto, Chernobyl è poco più distante dalla concentrazione di centrali in Francia che abbiamo sopra la testa. E, nel frattempo, le tecniche in materia hanno fatto passi da gigante. Ora si guarda a soluzioni che prevedono mini reattori modulari di ultima generazione, con elevati standard di sicurezza che potrebbero sicuramente avere un piano di attuazione, certo non immediato». Insomma, anche per il ministro Foti il nucleare pare essere la strada meglio percorribile per raggiungere l'indipendenza energetica. « La Spagna ha costi dell'energia che sono del 20-25 per cento inferiori ai nostri. Compriamo energia nucleare dalla Francia e partecipiamo con nostre società all'energia nucleare oltralpe. Vedere nel nucleare il male assoluto, mi pare una posizione ipocrita - conclude Foti. - Dobbiamo trovare una strategia concreta e pragmatica. Non si può fare come i paracarri e stare immobili ad attendere un miglior futuro, se ci sarà. Se si vuole continuare a pagare l'energia elettrica quattro volte tanto, non si può però chiedere allo Stato un contributo sull'energia. Acciaierie, cartiere, produttori di ceramica, sono sull'orlo della chiusura perché affrontano costi totalmente fuori mercato. Preferiamo avere milioni di disoccupati? Torno a ripetere che con i passi in avanti che ha fatto la tecnologia, ci si possa avvicinare al tema del ritorno al nucleare che non è il nucleare di allora e che, peraltro, in Italia e in Europa, non ha mai generato danni»

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