Rassegna Stampa

L'avanzata di Reggi che viene da sinistra e piace alla destra

Data: 15/04/2021

L'ex sindaco "vede" la presidenza e punta alla massima coesione. Le convergenze tra big della politica locale e la lettura più maliziosa su un presunto "patto di potere"

Roberto Reggi vede l'obiettivo vicinissimo. Senza più la "concorrenza" di Giangiacomo Schiavi e Augusto Pagani - entrambi hanno fatto un passo indietro in questi giorni - l'ex sindaco di Piacenza ha un'autostrada davanti per succedere a Massimo Toscani alla guida della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Non solo. Con un adeguato lavorio di pacificazione (cruciale il viaggio di sabato a Vigevano) potrebbe addirittura tagliare il traguardo con quella larga condivisione che fino a poche ore fa sembrava una missione impossibile.

La formula statutaria 
Il fatto che non abbia mai annunciato pubblicamente la sua candidatura è singolare solo fino a un certo punto. Ciò trova spiegazione in una formula statutaria che impedisce ai candidati di esporsi ufficialmente prima che venga completato il quadro della governance. Prima, cioè, che il consiglio generale, l'organismo chiamato a eleggere il presidente, abbia raggiunto il plenum di 15 consiglieri con la nomina dei due cooptati (26 aprile). Ma che Reggi sia più che mai in campo è lui stesso ad ammetterlo, «però per rispetto dello statuto, dell'ente e del consiglio ritengo doveroso attendere i passaggi formali» dice a "Libertà". In altre parole l'ufficialità della sua candidatura si avrà solo nel momento in cui uno o più consiglieri dell'attuale "parlamentino" la depositeranno in via Sant'Eufemia allegando il curriculum. 

Le spinte da destra 
Che Reggi abbia il benestare del centrosinistra (fin qui silente) è scontato. Decisamente più curioso, invece, è che su un uomo del Pd, senz'altro la figura più importante degli ultimi vent'anni nel panorama politico piacentino del centrosinistra, convergano i principali esponenti del centrodestra, con in testa Patrizia Barbieri e, si dice, anche l'influente deputato di Fdi Tommaso Foti. La sindaca deve aver avuto buone ragioni per "sponsorizzarlo" al punto di arrivare all'ormai noto endorsement attraverso "Libertà". Quella che va per la maggiore, almeno dando credito ai commenti che circolano dentro Palazzo Mercanti, è che con Reggi presidente della Fondazione la sindaca toglierebbe dalla mischia un possibile scomodo competitor alle elezioni comunali 2022 (sempre ammesso che Reggi ci abbia mai davvero pensato).  

I Liberali mansueti 
Ma ci sarebbe un motivo in più, e pesante: puntando su Reggi, la sindaca si sarebbe garantita l'armistizio con l'Associazione Liberali Piacentini e il loro capo Corrado Sforza Fogliani. A quest'ultimo da tempo la figura dell'ex sindaco risulta particolarmente gradita, nonostante si tratti di un esponente del Pd e per di più a suo tempo fedelissimo di Matteo Renzi (che Sforza "infilza" più volte con i suoi tweet). In quest'ottica si collocherebbe il mutato atteggiamento in consiglio comunale del gruppo capitanato da Antonio Levoni , da qualche tempo più mansueto rispetto alla "guerriglia" a cui si era abituati nell'ultimo biennio (vedi articolo a lato). Insomma, Reggi veleggia dentro una bonaccia politica bipartisan sulla quale si intrecciano varie letture. La più maliziosa è che nel gioco a scacchi sulla Fondazione i big della politica locale stiano per trovare reciproche convenienze. E c'è chi si spinge a parlare di "patto di potere" trasversale, peraltro non meglio definito.

Sponde vigevanesi 
Ma non è solo Barbieri, nel centrodestra, ad aver appoggiato l'ex sindaco. Determinante risulta essere stato anche il sostegno di Andrea Ceffa, sindaco di Vigevano, esponente della Lega. «Sono stato contattato da Reggi di recente e gli ho parlato come avrei fatto con chiunque altro me lo avesse chiesto - rivela Ceffa -. Posso dire di aver raccolto un'impressione assai positiva e di aver trovato convergenze sul piano amministrativo. Certo su alcuni temi non ci troveremo mai d'accordo, ma viviamo un momento storico particolare che impone di mettere il bene della comunità davanti ai vessilli politici». In consiglio generale la componente vigevanese conta tre consiglieri, indicati da Comune, Diocesi e mondo del volontariato. In questi giorni si è parlato di un fronte spaccato, di pressioni e di trattative sottotraccia per allargare a 4 consiglieri la compagine pavese. «Queste voci sono arrivate anche alle mie orecchie, non lo nego. Posso dire però di aver sempre rispettato l'autonomia decisionale dei consiglieri. In qualità di rappresentante di un ente designatore, mi sono però sentito di chiedere a Reggi garanzie sulle ricadute per il nostro territorio. Sono anche maturi i tempi per ragionare su una progettualità condivisa su alcuni temi, ad esempio il turismo. Per la prima volta si potrebbe organizzare qualcosa insieme».

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TommasoFoti
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