Camera

Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica; attualizzare l'organismo al nuovo contesto mondiale

Data: 30/03/2022
Numero: 668
Soggetto: Camera dei Deputati

Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 668 di mercoledì 30 marzo 2022 Seguito della discussione della Relazione sull'attività svolta dal 1° gennaio 2021 al 9 febbraio 2022, approvata dal Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Doc. XXXIV, n. 8) 

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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà. 

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, il gruppo di Fratelli d'Italia ha chiesto nella Conferenza dei presidenti di gruppo che il tema della relazione del Copasir fosse discusso in Aula e inizialmente si voleva attribuire al nostro gruppo l'argomento nell'economia dei lavori. Debbo dare atto che, a fronte delle rimostranze, perché il Comitato, ovviamente, è composto, secondo legge, ma ha una funzione di terzietà nei suoi lavori, si è compreso che era una discussione che interessava tutto il Parlamento e non era su impulso di una parte. Ciò detto, mi pare significativo quanto diceva prima il sottosegretario Gabrielli in relazione alle modifiche della legge vigente. La relazione dedica 12 pagine a queste possibili modifiche. Io penso che non vi siano, proprio perché è una relazione che è stata approvata da tutti i suoi componenti, dei motivi particolarmente ostativi al fatto di poter andare anche in sede legislativa ed approvare, entro la fine di questa legislatura, modifiche che servono soltanto a rendere attuale il Comitato rispetto alla situazione politica, parlamentare e, se me lo consentite, anche di politica internazionale che nel frattempo si è venuta a creare. Mi pare estremamente positivo che la chiusura dei lavori di questo nostro punto all'ordine del giorno avvenga con una risoluzione, che sarà una risoluzione unitaria che approva questa relazione, il che significa anche una maturità nel considerare i problemi rappresentati, non come problemi di una parte della Nazione, ma dell'intera Nazione. Quindi, prima la Nazione e poi la fazione e io penso di poter dire: prima, viene quello che noi definiamo l'interesse nazionale e, poi, l'interesse elettorale. Andando ai punti che più rilevano, io non so se sia questo periodo l'inizio del disordine, cui faceva riferimento recentemente l'ex Ministro Tremonti. So soltanto che la situazione politica e geopolitica è profondamente mutata in pochi giorni. Questa relazione metteva in guardia, per tempo, da alcune situazioni che oggi sono state solo rappresentate nella loro possibile e più evoluta dimostrazione, ma che già erano nei fatti. Non possiamo negare che la nostra dipendenza energetica non l'abbiamo scoperta, solo perché la Russia ha invaso l'Ucraina: noi sapevamo perfettamente qual era la nostra situazione da tempo e sappiamo perfettamente che a questa situazione per tempo non si è posto rimedio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Noi sapevamo perfettamente che importare gas dalla Russia, nella misura di circa il 42 per cento dell'intero fabbisogno di gas naturale, ci esponeva ad avere un interlocutore privilegiato, ma anche un interlocutore che alla fine poteva decidere di metterci, tra virgolette, in ginocchio. Sotto questo profilo l'argomento è vasto, ma non possiamo negare che vi sia una corresponsabilità nel fatto che negli ultimi vent'anni, nel nostro Paese, si sia passati dai 15 miliardi di estrazione di metri cubi di gas naturale ai 3 miliardi dei giorni nostri. Le indicazioni che fornisce il Comitato sono anche molto chiare rispetto al golden power. È vero che anche in questa legislatura sono stati fatti dei passi avanti attraverso l'estensione al sistema finanziario e al sistema bancario della possibilità di porre il tema del golden power; però, altrettanto chiaramente, dobbiamo dire che abbiamo una miriade di piccole e medie imprese, anche di startup, che sono attive e che realizzano delle politiche industriali importanti, che non sono minimamente tutelate dal golden power. Il golden power agisce ex post, ma noi abbiamo necessità di un monitoraggio di certe attività ex ante, perché diversamente non riusciamo a tutelare fino in fondo l'interesse nazionale e l'interesse delle nostre imprese. La fotografia che ci viene resa è quella di una situazione energetica piegata, non solo per le vicende politiche internazionali, ma anche, in molti casi, come sottolinea la relazione, per un eccesso di burocrazia, che impedisce di poter realizzare attività anche perfettamente conformi alla norma, alla legge e a quanto si è deciso sotto il profilo della pianificazione, con incagli insormontabili che ritardano l'esecuzione delle opere di alcuni anni. Sotto questo profilo, penso che le raccomandazioni che rivolge il Copasir al Parlamento siano fondamentali. Sono fondamentali anche rispetto alla data in cui sono state assunte, perché venivano indicate alcune possibili soluzioni di breve, medio e lungo periodo: nel breve periodo, guardando alle importazioni di gas da Algeria, Qatar e Azerbaigian; nel medio periodo, si sottolinea la necessità dell'efficientamento energetico; nel lungo periodo, viene prospettata come una soluzione da vagliare attentamente quella di puntare sull'idrogeno. Quindi, sotto questo profilo, non è che il Copasir non ci dia delle indicazioni o non dia delle indicazioni possibili, sia al Parlamento sia all'Esecutivo. Penso che questo tipo di indicazione sia fondamentale anche in relazione ad un principio che è caro alla destra politica, che qui rappresentiamo: per Fratelli d'Italia non ci può essere indipendenza politica, se prima non c'è indipendenza energetica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È un must, a cui abbiamo dedicato gran parte della nostra azione, anche nelle scelte fatte in questi anni. Signor sottosegretario, colleghi, la declinazione diversa del concetto di sicurezza che esce da questa relazione è profondamente diversa da quella del passato. Nel passato noi pensavamo ad una sicurezza interna e ad una sicurezza esterna, che era basata molto più sulla forza degli eserciti che su altro. Se noi pensiamo, invece, al programma di difesa comune europeo - 5 mila uomini rapportati ai 10-11 mila uomini che solo l'Italia ha in operazioni di peacekeeping nel mondo -, ci rendiamo conto che vi è qualcosa che non torna. Probabilmente, dobbiamo anche fare uno sforzo in più per andare oltre alcuni luoghi comuni. Oggi si parla di guerra ibrida, oggi si parla di sicurezza cibernetica, oggi noi abbiamo vissuto e stiamo vivendo sulla nostra pelle la superiorità della Russia, per quanto riguarda la minaccia alla sicurezza delle nostre pubbliche amministrazioni. Per questo penso che anche l'indicazione che viene dal Copasir della creazione di un cloud nazionale sia fondamentale per la difesa dello Stato. Voglio fare un'ultima riflessione. La situazione politica internazionale in questo momento ci ha distratto anche da altri fenomeni, ma la radicalizzazione jihadista è ben presente in questa relazione, così come sono ben presenti le indicazioni che il Copasir dà. Una sola, in conclusione, voglio citarne: non creiamo altri organismi che si vadano a sovrapporre all'attività del Copasir, perché creiamo soltanto confusione anziché chiarezza. È con questo spirito che il gruppo di Fratelli d'Italia, ringraziando il senatore, presidente Urso, per la sua attività e tutti i componenti del Copasir, voterà a favore della risoluzione che è stata presentata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

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TommasoFoti
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