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"Foibe, tragedia volutamente dimenticata per troppi anni"

Data: 09/02/2013

"Siamo l'unica forza politica che possa rivendicare di aver voluto da sempre l'istituzione del Giorno del Ricordo, perchè venisse data giusta e doverosa commemorazione alle vittime di una tragedia, quella delle foibe e dell'esodo istriano-dalmata, per troppi anni volutamente dimenticata".

Con queste parole oggi pomeriggio una delegazione di FRATELLI d'ITALIA, guidata dall'on. Tommaso Foti, ha reso omaggio ai Martiri delle Foibe, in occasione del Giorno del Riordo che viene celebrato con Legge del 2004 il 10 febbraio di ogni anno, depositando una corona di fiori ai piedi della targa che intitola i giardini di Via Buozzi a Piacenza al ricordo di quella immane tragedia.
Queste le parole che hanno accompagnato il picchetto della delegazione di FRATELLI d'ITALIA: "Foiba, parola di virgiliana memoria, troppo spesso dimenticata, troppo spesso reclusa, troppo spesso ignorata; termine che riporta ai nostri occhi quegli orrendi squarci del terreno carsico, bui, tetri e misticamente impenetrabili. Solo fissando la profondità di queste voragini, solo ascoltando il silenzio che le avvolge si riesce a comprendere il dolore che da esse promana, il silenzioso grido di orrore di migliaia e migliaia di fratelli italiani trucidati,rei di non avere negato neanche dinnanzi agli oltraggi più ignobili e alle violenze più feroci le proprie tradizioni, le proprie identità, la nostra identità.

Il ricordo va ai quasi trecentocinquantamila esuli che dovettero abbandonare le loro case e i loro affetti, ma soprattutto la loro terra che,seppur dilaniata, slavizzata è e sarà pur sempre la loro terra e la nostra terra. La dignità e la tacita compunzione con cui hanno vissuto il proprio olocausto suona come monito a chi voglia strumentalizzare oggi e in futuro questi morti che non erano fascisti(per qualcuno evocare questo appellativo risulta esser equivalente ad ottenere una tacita legittimazione se non plauso per la violenza commessa),come si sente da alcuni dire, non erano collaborazionisti; erano casalinghe, contadini, militari, carabinieri, impiegati, ma prima di tutto erano uomini e italiani. Solo un popolo che possiede una identità di valori condivisi può aspirare ad essere una grande nazione. Parlare di foibe, delle migliaia di infoibati ricoperti tutt'oggi da una melma sorda e degli esuli non deve, non vuole e non può essere un tentativo di cancellare la vergogna della Risiera di San Sabba, ma un modo per riscoprire l'eguaglianza di qualsiasi uomo dinnanzi alla morte, le sofferenze della terra istriano-dalmata e la immemore dignità del suo popolo".

da piacenzasera.it

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TommasoFoti
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