Regione (Archivio)

Foti: perché non è stato commissariato il Consorzio di Bonifica di Piacenza?

Data: 07/10/2015
Numero: 1400
Soggetto: Assessore all'agricoltura, caccia e pesca
Data Risposta: 10/12/2015

Per sapere, premesso che:

- con ricorso depositato il 28 luglio 2014 la Dott.sa B. E. ha impugnato il licenziamento disposto, nei suoi confronti, dalla URBER (Unione Regionale delle Bonifiche Emilia Romagna) e ha chiesto che il Tribunale volesse "in via principale di merito accertare e dichiarare nullo e/o annullabile e/o inefficace e/o illegittimo ...il licenziamento datato 9 dicembre 2013 in quanto atto sorretto da motivo ritorsivo unico determinante ed illecito oltre che discriminatorio...". La predetta ha chiesto altresì "in conseguenza di tale previo accertamento … di ordinare e condannare URBER in persona del Presidente legale rappresentante pro tempore a reintegrare la dott.ssa B. E. nel posto di lavoro già occupato con la qualifica di direttore generale di URBER CCNL Dirigenti dei Consorzi..."; 

il Giudice del Tribunale di Bologna in funzione di Giudice del Lavoro, il 22 aprile 2015, con ordinanza ex articolo 1, comma 49, L. 92/12, così ha provveduto: " - ordina, per i motivi di cui in narrativa, alla società resistente URBER la reintegrazione di B. E. nel posto di lavoro, quale Direttore Generale URBER, condanna la resistente al pagamento dell'indennità risarcitoria di dodici mensilità commisurate all'ultima retribuzione globale di fatto, pari ad € 8.995,77, dedotto quanto percepito nel periodo per lo svolgimento di altre attività lavorative, oltre al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali maggiorati degli interessi nella misura legale; - condanna la resistente al pagamento in favore della ricorrente delle spese del giudizio che liquida in complessive € 9.000,00 per compensi, oltre il 15% per spese forfettarie, I.V.A. e C.A.P. "; 

il predetto giudice, come si legge nell'ordinanza citata" ha ritenuto al riguardo che: "1. le osservazioni e deduzioni della ricorrente relativamente al licenziamento quale atto sorretto da motivo ritorsivo ed illecito, per la strategia di COLDIRETTI di occupare tutti gli incarichi di rilievo nel settore della Bonifica e/o per ritorsione nei confronti della condotta della dott. B. e/o, in ogni caso, per discriminazione evidente della stessa, sia pure alla luce della attuale cognizione sommaria, sembrano sostanzialmente e in massima parte corrette, condivisibili e dimostrate, laddove le opposte considerazioni e produzioni della resistente non appaiono idonee a dimostrare la legittimità del licenziamento. Si nota incidentalmente che non sembra un caso che la società resistente abbia mostrato seria volontà conciliativa e che solo la, se pur legittima, forte ostinazione della ricorrente (che in realtà ha dimostrato di non avere volontà conciliativa, pretendendo di ottenere il massimo o, comunque, ancora di più, a livello economico, delle 19 mensilità (lorde) proposte ed accettate dalla resistente), ha precluso la conciliazione."; 

nel provvedimento assunto dal giudice del Lavoro di Bologna, si legge altresì che "la dott.sa B., come risulta dalle dichiarazioni testimoniali di C. e T. e Z., evidenziò ai funzionari della Regione alcune possibili irregolarità del Consorzio di Bonifica di Piacenza, presieduto da Z., di COLDIRETTI e, come si evince dalle stesse dichiarazioni, avrebbe segnalato qualunque altra irregolarità avesse rilevato. In particolare segnalò: a. il preventivato contributo di finanziamento di opere private, che aveva portato ad ipotizzare il commissariamento del Consorzio (doc. 33 bis, 33 ter, 34, 34 bis, 34 ter fasc. ricorrente e dichiarazioni testimoniali); b. l'illegittimo aumento dei contributi minimi (doc. 35 fasc. ricorrente e dichiarazioni testi)."; 

un'ulteriore irregolarità era stata commessa dal Consorzio di Bonifica di Piacenza ovvero l'avere organizzato un evento per l'inaugurazione "Agazzano Battibò", la cui spesa di € 48.000,00 è stata incongruamente definita tra le spese generali dell'intervento finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole e forestali." Ed ancora, riferendosi sempre al Presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza: "Nel momento in cui risulta accertata da parte di Z. quantomeno una notevole disinvoltura nella applicazione delle regole, se non una tendenza alla loro violazione, con possibile spreco di denaro pubblico, è evidente che il desiderio di affrontare la questione del personale "a partire dal Direttore", così pedantemente attento alle regole e non manipolabile, assume un significato diverso."; 

il teste H...., dipendente della Regione Emilia-Romagna, ha confermato la vicenda del possibile commissariamento del Consorzio di Piacenza: "con la B. e con G. … si ventilò, in relazione alla vicenda di cui alla delibera citata, trattandosi di situazione contro le norme, la possibilità di commissariamento del ……… di Piacenza, cosa che non sarebbe certo toccato a me disporre, ma che avevo onere eventualmente di segnalare. La situazione venne risolta in quanto, previa anche mia sollecitazione, la Regione scrisse una lettera intimando la modifica della situazione, che avvenne". Detto funzionario ha altresì confermato la "vicenda dell'aumento dei contributi minimi da 14 a 18" , ha precisato di avere "parlato con l'Assessore ……. della possibilità o ipotesi di commissariamento del ……….. come doveroso da parte mia in quella situazione."; 

se i fatti siano noti alla Giunta Regionale e quale ne sia il giudizio, anche in relazione alle imminenti elezioni per il rinnovo degli organi dei Consorzi di Bonifica della Regione, atteso che il quadro sopra descritto, mostra situazioni ora oggetto di censure da parte del giudice adito, ora aventi natura comunque riprovevole; 

se risponda al vero la notizia che il funzionario della Regione Emilia-Romagna, chiamato come teste nel procedimento di cui sopra, avesse effettivamente segnalato l'opportunità di procedere al commissariamento del Consorzio di Bonifica di Piacenza, attese - a suo dire - le reiterate violazioni di legge. In ogni caso si chiede se esista una corrispondenza al riguarda, di cui si chiede copia, oltre che le ragioni per le quali il detto provvedimento di commissariamento non sia stato assunto.

Tommaso Foti

DIBATTITO IN ASSEMBLEA LEGISLATIVA

OGGETTO 1400

Interpellanza circa procedure e questioni riguardanti l'Unione Regionale delle Bonifiche Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo, dunque, all'oggetto 1400: circa procedure e questioni riguardanti l'Unione Regionale delle Bonifiche Emilia-Romagna a firma del consigliere Foti.

Risponde l'assessore Caselli.

Il consigliere Foti rinuncia all'illustrazione.

La parola all'assessore Caselli per la risposta. Prego.

 

CASELLIassessore: Grazie, presidente.

Si precisa in primo luogo che le vicende legate ai rapporti intercorsi tra la dirigente B e l'Unione Regionale delle bonifiche dell'Emilia-Romagna, URBER, e la Coldiretti non sono di competenza e non rivestono alcun interesse con la Regione.

Nel contempo, si ritiene opinabile e discutibile sia il fatto di citare alcuni episodi senza alcun riscontro formale, sia la richiesta di contrassegnare con lettere B, Z, H, G e T persone fisiche come se tutti fossero a conoscenza della loro identità.

Nel merito delle presunte irregolarità commesse dal Consorzio di Bonifica di Piacenza, si precisa quanto segue. Circa il contributo per il finanziamento di opere private, riportato nella lettera a) dell'interrogazione, la Regione, in esito all'esame del bilancio preventivo 2013, ha rilevato alcune irregolarità. Il direttore generale "Ambiente, difesa del suolo e della costa", con nota n. 7520 dell'11 gennaio 2013, e con nota n. 35.848 dell'8 febbraio 2013, ha quindi provveduto a diffidare, sulla base di quanto previsto dall'articolo 20 della legge regionale 42/1984, Interventi sostitutivi e scioglimento degli organi amministrativi, il Consorzio di Bonifica di Piacenza, invitandolo ad effettuare le necessarie correzioni. Il Consorzio, con lettera protocollo n. 1305 del 14 febbraio 2013, ha comunicato di avere recepito i rilievi evidenziati con le due note precedentemente citate ed apportato le necessarie modifiche al proprio bilancio.

Con riferimento all'aumento del contributo minimo, la delibera di Giunta regionale n. 2233 del 26 maggio 1992, sull'approvazione dei criteri per la formulazione dei piani di classifica, prevede che quando l'importo del contributo dovuto da un consorziato calcolato in sede di riparto risulti di entità inferiore rispetto ai costi di tenuta e aggiornamento presso il consorzio della posizione catastale e di esazione dei contributi, l'importo stesso dovrà essere determinato nella misura del contributo minimo definito in base ai predetti costi.

L'incremento della soglia dei contenuti ad un minimo anche in misura superiore alle spese di riscossione è stato deliberato dai consorzi regionali in una fase in cui gli stessi, rivendicando autonomia funzionale e comunque nel rispetto dell'equilibrio di bilancio, avevano ritenuto che ciò fosse conforme al disposto della citata deliberazione.

Con la legge regionale successiva, la n. 7 del 2012, la Regione ha inteso incidere su tale materia prevedendo il superamento del concetto di contributo minimo. Conseguentemente, dalla vigenza dei prossimi piani di classifica, tutti i consorzi operanti sul territorio regionale dovranno esigere il contributo di bonifica, sulla base del beneficio ricevuto dagli immobili, senza l'applicazione di un minimo di conseguenza.

Per quanto attiene all'ulteriore presunta irregolarità segnalata dall'interrogazione a seguito dell'organizzazione del convegno connesso all'inaugurazione dell'opera irrigua Agazzano-Battibò, si precisa che il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, soggetto che ha finanziato l'opera ed unico competente in materia di controllo delle spese sostenute, non ha formalizzato alcuna obiezione sulla natura dell'evento e sulla copertura dei costi imputati alla voce "spese generali" del progetto medesimo, sostenuti dal Consorzio.

In merito alle dichiarazioni di funzionari regionali, non esiste, con la sola esclusione di quella descritta in relazione all'irregolarità evidenziata in sede di esame del bilancio preventivo 2013, alcuna corrispondenza formale sul commissariamento del Consorzio di Bonifica di Piacenza. Questa procedura, ai sensi dell'articolo 20 della legge regionale 42/1984, prevede, come atto iniziale, la formale diffida nei confronti degli organi amministrativi del consorzio interessato. La procedura è stata effettivamente avviata dal direttore generale competente per materia, con la nota già citata, ma le successive modifiche apportate al bilancio del Consorzio di Bonifica di Piacenza hanno sanato le irregolarità puntualmente rilevate e contestate, con conseguente sospensione dell'iter di commissariamento.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Caselli.

La parola al consigliere Foti per la replica. Prego.

 

FOTI: Signor presidente, io sono abituato a citare le fonti. Mi dispiace che la Regione non si occupi dei funzionari che vanno a testimoniare nei processi in qualità – appunto – di funzionari della Regione.

Assessore, ha mai sentito parlare del Tribunale ordinario di Bologna, Sezione Lavoro? Penso di sì.

Ha mai sentito parlare dell'accoglimento totale del ricorso n. 3267 del 22 aprile 2015? È qui, ce l'ho io che sono un consigliere regionale, non può non averlo l'assessorato.

Innanzitutto devo indicare le sigle perché, come le è noto, si tratta di procedimenti; questo si è concluso con una transazione da 245 mila euro, assessore, per un licenziamento illegittimo del dirigente preposto, ma se leggo questa sentenza, sa che cosa leggo? Leggo che "le osservazioni e deduzioni della ricorrente, relativamente al licenziamento quale atto sorretto da motivo ritorsivo ed illecito, per la strategia di Coldiretti di occupare tutti gli incarichi di rilievo nel settore della bonifica e/o per ritorsione nei confronti della condotta della dottoressa B, e in ogni caso per discriminazione evidente della stessa, sia pure alla luce dell'attuale cognizione sommaria, sembrano sostanzialmente ed in gran parte corrette, condivisibili e dimostrate". Inoltre, leggo che, per quanto riguarda il Consorzio di Bonifica di Piacenza, "la dottoressa B evidenziò ai funzionari della Regione alcune possibili irregolarità del Consorzio di Bonifica di Piacenza, presieduto da – lo dico io – Zermani di Coldiretti". E, come si evince dalle stesse dichiarazioni, avrebbe segnalato alcune irregolarità rilevate: in particolare le segnalò alla Regione, non a mia zia. Il preventivo contributo di finanziamento di opere private che aveva portato ad ipotizzare il commissariamento; l'illegittimo aumento dei contributi minimi, l'ulteriore irregolarità dei 48 mila euro.

Assessore, sa che cosa dice in questa sentenza il giudice, visto che io sono falso e quel "tomo" lì è un galantuomo? Scrive che "se fosse risultato che Zermani era un paladino della legalità e del rispetto delle regole, uno strenuo avversario degli sprechi, si sarebbe potuto credere alla veridicità della dichiarata intenzione di razionalizzazione (cioè il licenziamento del direttore in esame), si sarebbe potuto escludere qualche riserva mentale o intento ritorsivo. Nel momento in cui risulta accertata da parte di Zermani quantomeno una notevole disinvoltura nell'applicazione delle regole, se non una tendenza alla loro violazione, con possibile spreco di denaro pubblico, è evidente che il desiderio di affrontare la questione del personale a partire dal direttore, così pedantemente attento alle regole e non manipolabile, assume un significato diverso".

Non so se lei abbia ben compreso che cosa ho letto, ma di fronte a questi giudizi, che la Regione dice di non avere, ma che ha – ma che ha! – e che, comunque, da questo momento ha a disposizione, perché chiedo formalmente che siano allegati al verbale di questa seduta, allora voglio vedere che cosa fate. [*]

Ripeto: io non ho mai attaccato nessuno sul piano personale, ho sempre dibattuto sul piano politico, ma quanto sento dire che io cito dati falsi, e lei stessa ha dovuto ammettere che, iniziata la procedura di commissariamento, è solo perché vi è stato "contrordine, compagni", cioè il Consorzio si è ravveduto della decisione illegittima che aveva assunto in sede di bilancio, avete detto: "beh, ha sanato la posizione…". Ma io non so se si possano sanare le posizioni. Non mi risulta che a Bologna i consiglieri regionali abbiano "sanato" le posizioni. Le avete sanate voi le posizioni, non il diritto. Perché il fatto illecito, nel momento stesso in cui è compiuto, è illecito. Poi bisognerà stabilire se vi è dolo, colpa grave o quant'altro, ma in quanto tale è stato compiuto.

Assessore, non voglio più fare interrogazioni ed interpellanze di questo tipo, pertanto delle due l'una: o agite voi, o tutte le mattine faccio un esposto alla Corte dei Conti. E, visto che ci sono e non mi costa niente, metto per conoscenza anche la Procura della Repubblica, perché la legge è uguale per tutti. Se in un qualsiasi consiglio comunale fossero state fatte queste stesse cose, sarebbero andati sotto processo il sindaco, il segretario generale, persino l'usciere che, poveretto, aveva avuto il torto di portare in giro la delibera. Qui, nulla! Nulla e nulla!

[* L'ordinanza citata dal consigliere Foti è pubblicata in allegato]

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.



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