Regione (Archivio)

Legittima difesa, mettere mano subito ad art.52 del codice penale; Foti: 'la difesa deve essere sempre lettima'

Data: 04/04/2017
Numero: 4408
Soggetto: Assemblea
Data Risposta: 12/04/2017

RISOLUZIONE 

L'Assemblea Legislativa dell'Emilia-Romagna 
premesso che: 

sempre più frequentemente si registrano violente aggressioni a danni di cittadini, particolarmente in abitazioni private ed in esercizi pubblici, a scopo di furto e rapine. Anche nel territorio dell'Emilia-Romagna bande violente provocano con le loro efferate azioni sgomento e paura tra l'opinione pubblica. In particolare appare gravissimo quanto accaduto in comune di Budrio, dove un barista è stato ucciso da un criminale nel corso di un tentativo di rapina; 

se è vero che la prevenzione e la repressione dei reati spetta alle Istituzioni, altrettanto vero è che devono essere previsti strumenti adeguati di tutela degli aggrediti e, comunque, delle vittime di dette criminali azioni, nei casi nei quali risulti impossibile scongiurare il pericolo imminente attraverso il tempestivo intervento delle Forze dell'Ordine; 

sono oramai molteplici le vicende per le quali il cittadino che reagisce al sopruso e alla violenza rischia di essere coinvolto in lunghe indagini giudiziarie venendo allo stesso contestato l'eccesso colposo di legittima difesa per fronteggiato - alla meglio - una situazione di pericolo; 

le disposizioni vigenti in materia di legittima difesa, malgrado un tentativo di rafforzamento nel 2006, si sono tradotte spesso nell'inapplicabilità dell'esimente stessa ed è, quindi, sempre più diffusa la sensazione per cui chi si difende passa dalla parte del torto; 

la proposta di legge n. 3380, d'iniziativa dei Deputati La Russa ed altri, recante "Modifiche all'articolo 52 del codice penale in materia di legittima difesa", abbinata alle proposte di legge C. 3785, C. 3380, C. 3384, C. 3419, C. 3424, C. 3427, C. 3434, C. 3774, C. 3777, afferma il principio (sacrosanto) per il quale la difesa è sempre legittima; 

a tal fine la predetta proposta di legge intende superare le discussioni sorte in materia di discrezionalità che la legge riconosce ai giudicanti, individuando con più precisione le varie fattispecie e il conseguente relativo nuovo perimetro di discrezionalità riservato dal legislatore al potere giudiziario, stabilendo che ove il pericolo di aggressione a persone o beni avvenga da parte di chi si introduce illegalmente in una abitazione (o negli altri luoghi previsti dalla legge) sia in ogni caso presunta la proporzionalità con l'offesa; 

impegna la Giunta Regionale 

a sollecitare il Presidente della Camera dei Deputati ed i capigruppo affinché le proposte di legge di modifica dell'articolo 52 del codice penale in materia di legittima difesa siano iscritte al più presto all'ordine del giorno dei lavori dell'Assemblea, così da introdurre nell'ordinamento norme equilibrate, chiare e puntuali sulla legittima difesa, tese a rafforzare la tutela delle persone oneste, altrimenti esposte al pericolo di lunghe indagini giudiziarie per il solo fatto di avere dovuto fronteggiare un'aggressione dalle stesse certamente non auspicata e di fronte alla quale sono state costrette dalle circostanze a reagire legittimamente.

Tommaso Foti

Risoluzione respinta in Assemblea Legislativa in data 12 aprile 2017

DIBATTITO IN ASSEMBLEA LEGISLATIVA

OGGETTO 4408

Risoluzione circa proposte di modifica dell'art. 52 del codice penale, in materia di legittima difesa. A firma del Consigliere: Foti

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 4473

Risoluzione per impegnare la Giunta a richiedere al Parlamento di procedere all'esame delle diverse iniziative legislative concernenti la legittima difesa, nonché di discutere su una complessiva politica di sicurezza collettiva con la previsione di un'adeguata dotazione di personale, strutture, mezzi e risorse finanziarie. A firma della Consigliera: Sensoli

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 4477

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Presidente della Camera dei Deputati affinché le proposte di modifica dell'art. 52 del codice penale in materia di legittima difesa siano iscritte all'ordine del giorno dei lavori dell'Assemblea. A firma dei Consiglieri: Rancan, Fabbri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rainieri, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 4478

Risoluzione per esprimere l'auspicio che le Camere intervengano per garantire colui che si trova nelle condizioni previste dall'art. 52 del Codice Penale e che le spese legali siano rimborsate dallo Stato alla vittima assolta. A firma dei Consiglieri: Calvano, Zappaterra, Poli, Boschini, Marchetti Francesca, Tarasconi, Montalti, Caliandro, Lori, Campedelli, Rontini, Cardinali, Iotti, Soncini, Serri

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all'oggetto 4408: Risoluzione circa proposte di modifica dell'articolo 52 del Codice penale, in materia di legittima difesa, a firma del consigliere Foti.

A tale oggetto sono stati abbinati i seguenti oggetti: l'oggetto 4473, a firma della consigliera Sensoli, l'oggetto 4477, a firma dei consiglieri Rancan, Fabbri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rainieri, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli e l'oggetto 4478, a firma dei consiglieri Calvano, Zappaterra, Poli, Boschini, Marchetti Francesca, Tarasconi, Montalti, Caliandro, Lori, Campedelli, Rontini, Cardinali, Iotti e Soncini.

Sulla risoluzione oggetto 4473, quella a firma Sensoli, insiste un emendamento, l'emendamento 1, a firma della consigliera Sensoli.

È aperta la discussione generale.

Consigliere Foti, prego.

 

FOTI: Signor presidente, sono lieto di aver portato una risoluzione sul tema della legittima difesa che vede oggi la presenza, in abbinamento, di numerose altre risoluzione, il che significa, se non altro, che il tema era sentito, ma nessuno aveva il coraggio di affrontarlo.

Lo dico non certo per la parte del centrodestra, che è tradizionalmente accusata di voler rappresentare questo tema quasi in modo virulento, ma lo dico soprattutto, anche alla luce di eventi tragici di questi ultimi giorni, alla sinistra, per un unico motivo. È da settembre 2015 che la Commissione Giustizia della Camera sta esaminando un testo di modifica dell'attuale disciplina dell'articolo 52 del Codice penale relativo alla legittima difesa.

A sgombrare il campo da significativi equivoci che, a mio avviso, sono nati in questi ultimi tempi, con affermazioni, a mio avviso, del tutto erronee ed errate tanto sotto il profilo del diritto, quanto sotto il profilo effettivo, c'è il fatto che il legislatore, quando si occupò di introdurre l'articolo 52 nel Codice penale, ebbe chiaramente ad indicare che se la difesa da parte degli organi dello Stato in alcuni momenti precisi non poteva essere garantita, lo Stato stesso garantiva il principio di autotutela a colui il quale, seppure in modo proporzionale, aveva il diritto di rispondere all'offesa allo stesso arrecata.

È su questo punto, sulla manifestazione del principio di autotutela privata, che già l'ordinamento consente che occorra intervenire per, io penso, non realizzare, come qualcuno dice, il far west, ma per non mettere la vittima in una posizione di atteggiamento remissivo nei confronti del carnefice perché la vittima deve temere diversamente per se stessa da parte dell'azione dello Stato.

Non vi è dubbio che noi avremmo fatto a meno anche dell'articolo 52 del Codice penale se questa fosse una società diversa, ma noi dobbiamo confrontarci con quella che è la società. Dobbiamo confrontarci anche con una delinquenza che è cambiata rispetto a quella che tradizionalmente si manifestava negli anni passati.

Io penso che la pratica dello scansa-morto oggi abbia attecchito a tal punto che siamo allo scansa-attentato, perché le reazioni che avevano dettato alcuni attentati negli anni passati oggi sono quasi assorbite come dato di cronaca. Figuratevi cosa significano i tanti episodi di violenza, di rapina, di rapina a mano armata, di rapina nei confronti, diciamolo pure, anche di soggetti tradizionalmente deboli, di furti nelle abitazioni che una volta non avvenivano come accade oggi sistematicamente in presenza e alla presenza dei proprietari o di coloro che abitano la casa. Oggi, paradossalmente, è più pericoloso stare in casa di notte che di giorno.

Penso che lo Stato abbia il dovere di non essere il participio passato del verbo essere. Lo Stato, nelle sue articolazioni, deve saper dare delle risposte. Abbiamo discusso tante volte dei tipi e delle tipologie di intervento che le forze dell'ordine potrebbero porre in essere in questo più che in quel territorio, ma c'è un tema di fondo che nessuno potrà disconoscere. Al di là della mobilitazione, io noto positivamente i gruppi di WhatsApp che si sono formati in molte realtà, soprattutto quelle piccole, per dare il via al controllo di vicinato. Però, voi ammetterete che questa è una supplenza del cittadino, una collaborazione positiva del cittadino, non può essere la risposta che lo Stato delega al cittadino.

Se la lunghezza dell'iter legislativo non mi avesse indotto a portare questo argomento in questo momento in quest'aula, probabilmente del tema non se ne sarebbe neanche parlato, perché si sarebbe detto che è un tema che non interessa o non coinvolge la Regione. Vi rendete conto che è da due giorni che non c'è telegiornale che non apra con Molinella da cui partono sistematicamente le battute per intercettare quello che non si sa ancora chi sia? Si conosce il nome, ma non si sa di che nazionalità sia, perché un giorno è slavo, un giorno è russo, aspetto il giorno in cui diranno che è albanese. Vi rendete conto che parliamo di territori dove abitualmente queste forme di violenza non si sono mai minimamente registrate? Cosa si sta verificando? Ci rendiamo conto che forse nella piccola provincia italiana oggi è molto più difficile che una persona perbene torni a casa naturalmente di quanto capitava dieci o vent'anni fa?

Io non sono mai stato molto caldo su certi temi, perché ho sempre detto che quando poi si ha un'arma in casa si deve avere la capacità e il coraggio di usarla, perché altrimenti è anche peggio, però ammetterete che oggi stiamo facendo il processo alle vittime e non ai carnefici in molti casi.

Io non voglio commentare il capolavoro di equilibrismo politico della risoluzione del PD, ma quando per giustificare la politica "cerbottistica" si dà un colpo al cerchio e un colpo alla botte, si dice in fin dei conti che se si esclude la legittima difesa è evidente che l'iscrizione nel registro degli indagati è dovuta anche a garanzia dell'indagato, questa è la barzelletta che ci hanno raccontato per vent'anni anche nei nostri confronti. Un politico che è iscritto nel registro degli indagati non dovrebbe essere iscritto a sua tutela, anzi, proprio per la funzione delicata che ricopre, si dovrebbe avere rispetto anche della privacy, proprio per non buttare in pasto all'opinione pubblica un'opinione diversa dalla quale poi egli risulta assolto nelle sedi competenti. Così, però, non è.

Oggi i giornali aspettano l'avviso di garanzia o l'iscrizione nel registro degli indagati per iniziare la campagna mediatica che per il politico vale a dipingerlo, a prescindere, come un ladro e per il cittadino che reagisce come uno degli ultimi uomini del far west.

Al di là dei voti che esprimerete, sono certo che boccerete la proposta di La Russa, perché essendo fatta da un penalista, e forse da un penalista che se ne intende di queste questioni, non può sicuramente trovare la condivisione di chi non ha ancora capito che il problema dell'articolo 52 è innanzitutto stato la non applicazione che il giudice ha voluto fare dell'articolo 52, perché quando l'abbiamo studiato Aimi ed io sul manuale di Antolisei sono certo che non c'erano dubbi di che cosa volesse dire l'articolo 52.

Si deve intervenire oggi sull'articolo 52 per un unico motivo, perché, dopo tante interpretazioni folli date sull'articolo 52, oggi bisogna necessariamente difendere il cittadino, oltre che dall'aggressore, dalla persona che lo sottopone ad indagini.

Questo è il fallimento dello Stato.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

La parola alla consigliera Sensoli, prego.

 

SENSOLI: Grazie, presidente.

Ringrazio il consigliere Foti per aver acceso i riflettori su un argomento che sicuramente è di interesse di tutti. Forse non era questione di disinteresse o di non avere il coraggio di affrontarlo, ma è proprio perché è un tema delicato, un tema che tocca sensibilità varie, un tema che ha una sua storicità e che va sicuramente adeguato nel tempo, tant'è che anche in Parlamento, ad oggi, ci sono diversi progetti di legge in discussione per i quali il Movimento 5 Stelle sta cercando la massima condivisione possibile.

Capiamo benissimo che viviamo in una situazione dove la percezione di sicurezza sicuramente è diminuita negli anni dove, molto probabilmente, alcuni fenomeni che ha elencato anche il consigliere Foti sono aumentati, le dinamiche sociali stesse sono cambiate. Purtroppo, anche l'aumento delle situazioni di disagio, di povertà e di degrado hanno contribuito a una minor percezione di sicurezza. È ovvio che alla luce di questo si crea una situazione per cui non si vuole continuare ad essere uno Stato dove se si trova un ladro in casa e lo si chiude dentro si rischia di finire in galera per sequestro di persona. Allo stesso tempo, da parte nostra, non vogliamo diventare giustizialisti, come succede negli Stati Uniti, per cui poco tempo fa è uscita la notizia di una madre che aveva pubblicato il video su YouTube o su Facebook, su un social, vantandosi che la figlia a tre anni sapesse già usare la pistola. Peccato che poi la stessa figlia, giocando con la stessa pistola, sparò alla madre alla schiena che, ad oggi, è invalida permanente. Sicuramente non vogliamo arrivare a questo.

L'argomento tocca sensibilità varie e tocca, soprattutto, quello che deve essere il rapporto tra lo Stato e i cittadini, cioè quel contratto sociale che deve continuare ad esserci, cioè uno Stato che garantisce la sicurezza e un cittadino che deve sapere fino a che punto si può spingere e quali sono i suoi diritti per tutelarsi in caso di pericolo.

Quando parlo dei compiti dello Stato lo dico a ragion veduta, perché, secondo noi, ad oggi il reale problema è che si parla di quanto si possano armare i cittadini, ma invece il vero problema è che noi dobbiamo armare lo Stato. Per "armare" intendo dotarlo di maggior personale. Abbiamo una situazione grave a livello nazionale di sotto organico delle forze dell'ordine. Lo dobbiamo armare di risorse, lo dobbiamo armare di mezzi. Non dobbiamo più consentire che i sindacati di Polizia ci vengano a riferire che si devono comprare da soli le divise o che non hanno la benzina per poter circolare per le nostre città.

Sulla carta possiamo mettere tutte le buone intenzioni del mondo, ma se non diamo risorse ai nostri uomini, che ogni giorno stanno sulle strade a garantire la nostra incolumità, poi andiamo ben poco lontano. Questo è lo spirito della nostra risoluzione, che non vuole citare un progetto di legge in particolare, cita tutti quelli che sono in discussione, che vuole porre l'attenzione proprio sul fatto che se da un lato ci deve essere un aggiornamento per quanto riguarda le possibilità date al cittadino, la chiarezza che deve avere il cittadino riguardo la propria autotutela, però è fondamentale che innanzitutto si vadano a garantire, da parte dello Stato, quei parametri che possono far sentire al sicuro il cittadino.

Si parlava prima della sicurezza, che è di destra o di sinistra. Il Movimento 5 Stelle si è sempre detto oltre in linea generale. Vorremmo esserlo veramente in questa circostanza perché è stato anche il ministro Minniti a dire che la sicurezza non è una questione di statistiche, ma è una questione di percezione. Quindi, non lo diciamo nemmeno noi. L'ha detto il ministro attualmente in carica. Riteniamo che per aumentare la percezione di sicurezza si debbano mettere poi concretamente in atto tutte quelle misure che garantiscano al cittadino di non doversi autotutelare. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Sensoli.

La parola al consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Il tema della legittima difesa credo sia un tema di grande attualità. È un tema di grande attualità perché, come specificava precedentemente il collega Foti, forse è da troppo che non viene trattato. Quindi, è diventato di attualità ora.

Ricordo che vi sono varie proposte di legge depositate presso la Camera dei deputati, tra le quali c'è anche quella dell'onorevole Molteni, che sta aspettando di essere discussa da ben due anni. Questo significa che vi è una lentezza in tutto il processo normativo, probabilmente, molto probabilmente, quasi sicuramente, voluto da una maggioranza che fa fatica forse ad approcciare al problema. Questa fatica ovviamente porta ulteriori criticità, perché avendo magari già risolto tempo fa quella che poteva essere la discussione sull'articolo 52 del Codice penale, la revisione di questo articolo, si sarebbe potuto evitare quelle che magari oggi sono state delle problematiche relative a condanne piuttosto che processi a carico di chi si è difeso legittimamente nella propria proprietà.

Nell'articolo 52 si fa riferimento a una proporzionalità tra difesa e offesa, dove fondamentalmente è qui che si crea questa disparità. Proporzionalità che, a parer nostro, dovrebbe essere eliminata, introducendo una presunzione di legittima difesa, cioè inserendo il fatto che chi entra in proprietà privata deve sapere che chi è proprietario di quella parte è libero di difendersi e può difendersi.

Fondamentalmente questo potrebbe servire da deterrente anche se, però, serve prima di tutto a difendere chi abita in casa mia piuttosto che la mia attività commerciale, la mia attività imprenditoriale, perché quello è un mio bene privato e quindi devo e voglio difenderlo.

Io ho riflettuto molto sul tema perché questo non vuol dire prevaricare l'attività delle forze dell'ordine oppure diminuire l'attività delle forze dell'ordine, ma serve per cercare di intervenire nell'immediato, nel caso in cui io mi trovo in casa qualcuno che non so chi sia e ovviamente non è venuto a trovarmi per bere un caffè o per salutarmi perché è un mio amico.

Con questa risoluzione, che abbiamo abbinato a quella del consigliere Foti, abbiamo chiesto che la Giunta si impegni, tramite il Governo, ad avviare il primo possibile la calendarizzazione in aula di questi progetti di legge che sono già depositati. Ovviamente mi associo a quello che si diceva precedentemente, anche perché sulla risoluzione del Partito Democratico si considera questa iscrizione nel registro degli indagati a difesa dell'indagato e quindi di chi ha commesso l'aggressione che, però, effettivamente è l'aggredito, quindi chi si è difeso. Questo fa un po' sorridere.

Rimarco un principio per il quale vorrei far presente al Partito Democratico e ad altri colleghi che sono in quest'aula, che sicuramente sono più bravi di me, che sono stati presentati anche oggi degli emendamenti, partendo da quello del Movimento 5 Stelle, ma soprattutto nella risoluzione del Partito Democratico, dove si esprime l'auspicio che le spese legali siano rimborsate dallo Stato alla vittima che ferisca o causi la morte dell'aggressore qualora ci sia un'assoluzione.

Mi risulta – è notizia di poco fa – che il Partito Democratico abbia bocciato in Commissione tutti gli emendamenti, oltre alla legge, della Lega, però abbia bocciato anche il rimborso delle spese legali in caso di assoluzione. Quindi, in questo momento vi è una problematica, perché poi, nei fatti, questo non avviene quando si discute concretamente il progetto di legge.

In Regione abbiamo depositato un progetto di legge alle Camere che ricalca un po' quello che è il nostro pensiero, che poi andrà in discussione nelle prossime settimane ed è lì che cercheremo di porre l'attenzione anche sulla sospensione delle condizionali, sull'articolo 624-bis del Codice penale per iniziare e per modificare le misure in caso di furto in abitazione.

Questa è la nostra posizione. A parer nostro, la difesa deve essere sempre legittima nel caso in cui uno violi la mia e la nostra proprietà privata. È per questo che chiediamo insistentemente che vengano iscritti all'ordine del giorno della prossima Assemblea alla Camera dei deputati i progetti di legge (quello di Molteni, quello di La Russa) in materia di legittima difesa, di modifica dell'articolo 52 del Codice penale.

 

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TommasoFoti
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