Camera

Modifiche all'art. 2 - Riordino delle attribuzioni dei Ministeri

Data: 07/04/2021
Numero: 2.16. / 2. 13.
Soggetto: Camera dei Deputati
Data Risposta: 07/04/2021

Disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 1o marzo 2021, n. 22, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri (A.C. 2915-A)

PROPOSTA EMENDATIVA

ART. 2. 
(Ministero della transizione ecologica) 

Al comma 2, sopprimere le lettere a) e b). Conseguentemente: al medesimo comma: alla lettera d), numero 2), capoverso comma 2: 

sopprimere la lettera b); 

alla lettera c), sopprimere le parole: piani e misure in materia di combustibili alternativi e delle relative reti e strutture di distribuzione per la ricarica dei veicoli elettrici; 

sopprimere la lettera e); 

sopprimere i commi 4 e 6; 

al comma 7, sopprimere le lettere b) e c); 

sopprimere l'articolo 3. 

Emendamento 2. 16.  sottoscritto dai parlamentari: Foti, Prisco, Donzelli, Butti, Rachele Silvestri, Caiata, Ciaburro, De Toma, Deidda, Galantino, Gemmato.

Nella seduta del 7 aprile 2021 la Camera ha respinto l'emendamento

PROPOSTA EMENDATIVA

Al comma 2, lettera d), numero 2), capoverso comma 2, lettera c), sopprimere le parole: e per la finanza climatica e sostenibile. Conseguentemente, all'articolo 4, comma 1, capoverso « Art. 57-bis », comma 3, lettera f-bis), sopprimere le parole: e la finanza climatica e sostenibile. 

Emendamento 2.13. sottoscritto dai parlamentari: Foti, Prisco, Donzelli, Vinci, Butti, Rachele Silvestri, Albano, Bellucci, Bucalo, Caiata, Ciaburro, De Toma, Deidda, Galantino.

Nella seduta del 7 aprile 2021 la Camera ha respinto l'emendamento

DIBATTITO IN AULA

...
TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, questo è indubbiamente un emendamento che ha una valenza di natura politica. Il Ministero della Transizione ecologica non è stato costituito come un atto d'amore per l'ecologia, ma è stato il passepartout per consentire ad una parte di questo Parlamento, e segnatamente al gruppo parlamentare dei 5 Stelle, di potere, tramite una consultazione, entrare a far parte di una maggioranza con partiti che il MoVimento 5 Stelle aveva giudicato da sempre alternativi in campagna elettorale. Siamo cioè passati dalla transizione ecologica alla transumanza politica, senza molto preoccuparci che le due questioni non fossero propriamente dei sinonimi. Io penso di poter dire che la scelta che si poteva e doveva fare non era quella di aggiungere alcune competenze al Ministero dell'Ambiente, ma tutt'al più fare un'operazione che in passato era già stata fatta, ossia porre in capo ad una sola persona il Ministero dello Sviluppo economico con, in questo caso, il Ministero dell'Ambiente. In passato, il Ministero dello Sviluppo economico era stato posto assieme al Ministero dei Trasporti (mi riferisco al Governo Monti, Ministro Passera); in questa legislatura vi era stato il MiSE che era stato accorpato al Ministero del lavoro. Si poteva, se si voleva, accorpare il Ministero dello Sviluppo Economico con il Ministero dell'Ambiente, avendo un'unica responsabilità politica, un unico interlocutore politico, un'unica voce politica per i due Ministeri che, in questo caso, avrebbero continuato a sussistere e a funzionare. Ma, evidentemente, si è voluto scopiazzare dalla Francia, piuttosto che dalla Spagna, dimenticandosi che l'unico esempio vero che vi è stato sotto il profilo funzionale di un coordinamento per la transizione ecologica, lo si è avuto in Inghilterra, laddove c'era il Department of Trade and Industry, e si è passati con l'inserimento anche del Department for Climate Change. Questa è stata l'operazione che altrove hanno fatto laddove si voleva raggiungere un risultato veramente positivo. Ma qui ci si dimentica, forse, che energia ed industria non sono separate, non sono due materie che vanno su binari paralleli e non convergono. L'industria, penso che nessuno voglia negare che faccia occupazione, ma l'industria consuma molta energia. Certo, c'è bisogno che l'industria consumi energia buona, ma deve essere anche energia buona non ad elevato costo perché, diversamente, soprattutto le nostre piccole e medie imprese vanno fuori mercato. Io non penso che nel momento in cui si fa l'apologia dell'innovazione, ci si possa dimenticare che il contributo più grosso all'innovazione tecnologica viene dal mondo dell'industria. Allora, qualcuno dovrebbe spiegarci come mai gli incentivi alle fonti rinnovabili sono andati ad aumentare molto più il PIL della Cina che non dell'Italia, così come ci dovrebbe spiegare, qualcuno, se non crede che, ad esempio, l'auto elettrica sia frutto della ricerca delle case automobilistiche e non di una missione general generica. Se da una parte vi è Tesla, dall'altra parte vi è Wolksvagen che sta andando su questo piano. Allora, io mi permetto di ricordare - e concludo - che anche noi italiani avremmo un'alternativa valida alle auto a benzina e a gasolio, cioè le auto a metano, un metano che consuma poco (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

...
TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, a dimostrazione di quanto fosse fondato l'emendamento precedente, vi è oggi questa introduzione simpatica di un'espressione, "finanza climatica", che sarei curioso che, a partire dal rappresentante del Governo, qualcuno ci spiegasse, perché, vede, quando noi parliamo di finanza climatica dovremmo avere un'idea chiara, essendo legislatori, di che cosa si intenda con questa espressione, a che cosa tenda questa espressione, quale valore abbia questa espressione. In realtà, se noi parliamo di fiscalità ambientale, ancorché non dettagliatamente definita, sappiamo a che cosa ci riferiamo. È indubbio che vi è un insieme di tributi, di tasse, di imposte, anche a volte di balzelli, che hanno una finalità e rilevano ai fini ambientali. È tanto vero questo che alcuni consorzi, che sono stati istituiti ai fini di una migliore gestione ambientale del territorio, sono finanziati proprio attraverso contributi aggiuntivi - è il caso della plastica, delle batterie esauste ed era stato anche il caso degli olii - proprio al fine di migliorare la qualità ambientale. Quindi la fiscalità ambientale, ancorché, torno a ripetere, non definita per legge, ha assunto un rilievo ormai unanimemente riconosciuto attraverso un'imposizione che è stata indirizzata in tal senso. Ma la finanza climatica no, la finanza climatica è una delle tante espressioni che sono e vengono utilizzate per cercare di mettere un po' di polvere negli occhi all'opinione pubblica. Vedete, nel Rigoletto c'era chi cantava l'uno o l'altro per me pari sono, e qui è la stessa cosa: probabilmente qualcuno ritiene, come nel Rigoletto, che fiscalità ambientale e finanza climatica siano due sinonimi, ma così non è. E una richiesta di chiarimento sul punto non è un argomento capzioso che il gruppo di Fratelli d'Italia vuole qui rappresentare, ma è stato oggetto di dibattito, ad esempio, in uno di quegli organi che sono costituiti in questa Aula parlamentare, ma del quale sistematicamente ci si dimentica: è proprio il Comitato per la legislazione che ha sottolineato l'anomalia dell'utilizzo dell'espressione "finanza climatica". Infatti, finanza climatica, nel significato italiano, sembrerebbe alludere specificatamente a strumenti finanziari e ad una politica fiscale legati al contesto dei cambiamenti climatici, mentre l'espressione climate finance riguarda più genericamente finanziamenti delle attività sostenibili. E allora a quali di queste due parrocchie voi intendete partecipare la vostra presenza? Volete, cioè, ritenere che sia l'interpretazione prima o l'interpretazione seconda? E se non la definiamo qui, oggi, nella legge, quando la definiremo in futuro? Forse con un'interpretazione autentica solo perché possa avere carattere retroattivo ai sensi di legge? È evidente che siamo in presenza di una fiera delle parole, ma, d'altra parte, siete passati dalla libertà di parola in questa maggioranza alle parole in libertà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

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TommasoFoti
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