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DDL sulla montagna; affrontare spopolamento, favorire la rigenerazione edilizia, garantire adeguati servizi pubblici

Data: 12/11/2021
Numero: 7-00755 / Risoluzione in commissione
Soggetto: Commissioni V e VIII
Data Risposta: -

Le Commissioni V e VIII, 

premesso che: 

il territorio dello Stato italiano è costituito al 55 per cento da zone montane, le cui specifiche caratteristiche climatiche, ambientali, geografiche e morfologiche ne hanno ampiamente condizionato e determinato numerosi aspetti culturali e socioeconomici e, nonostante tale evidenza, queste aree sono ad oggi gestite secondo gli stessi criteri adottati per la gestione delle aree a maggiore densità di popolazione e dei principali centri urbani siti in località pianeggianti; 

le zone montane e rurali costituiscono il 65 per cento del territorio dell'Unione europea, ospitando il 57 per cento della popolazione dell'Unione e generando il 46 per cento del valore aggiuntivo lordo; 

le zone montane rappresentano un presidio a tutela del patrimonio ambientale e paesaggistico del Paese, costituendo un patrimonio collettivo la cui salvaguardia impone oneri e costi che ad oggi gravano quasi esclusivamente sulle comunità che vi vivono, incrementando le numerose difficoltà che queste devono affrontare; 

tali problematiche hanno determinato una crescente insostenibilità economica delle comunità situate in aree montane e rurali, le quali sono soggette ad un continuo spopolamento, soprattutto di giovani, che abbandonano le comunità alla ricerca di opportunità in aree urbane, incrementando a sua volta i costi, per il mantenimento delle aree montane e rurali, e i danni generati dall'abbandono; 

l'articolo 44 della Costituzione italiana prevede la necessaria adozione di disposizioni normative a favore delle aree montane, rivestendone la salvaguardia di un carattere preminentemente nazionale; l'articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea dispone, tra le altre cose, che « l'Unione mira a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni ed il ritardo delle regioni meno favorite. Tra le regioni interessate, un'attenzione particolare è rivolta alle zone rurali, alle zone interessate da transizione industriale e alle regioni che presentano gravi e permanenti svantaggi naturali o demografici, quali le regioni più settentrionali con bassissima densità demografica e le regioni insulari, transfrontaliere e di montagna »; 

il Parlamento europeo, con la risoluzione del 10 maggio 2016 sulla politica di coesione nelle regioni montane dell'Unione europea (2015/2279(INI)) e la risoluzione, approvata il 3 ottobre 2018, su come affrontare le esigenze specifiche delle zone rurali, montane e periferiche (2018/ 2720(RSP)) ha posto la centralità delle aree interne, rurali e montane nelle politiche di sviluppo dell'Unione europea; è responsabilità dello Stato, ai sensi della Costituzione, garantire uguali opportunità a tutti i cittadini e rimuovere ogni ostacolo che ne impedisca l'autorealizzazione, rendendo dunque auspicabile porre attenzione sulla « questione montana », anche nella sua dimensione umana, coinvolgendo le istituzioni locali; 

gli interventi normativi di maggiore rilievo in materia sono la legge 31 gennaio 1994, n. 97, recante « Nuove disposizioni per le zone montane » e, da ultimo, la legge 6 ottobre 2017, n. 158 recante « Misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni, nonché disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici dei medesimi comuni »; 

un quarto della popolazione delle zone rurali, montane e interne del Paese non ha, ad oggi, accesso a internet ad alta velocità e riscontra enormi problematiche e disagi nell'accesso ai servizi televisivi e radiofonici; 

sul punto, In Italia meno della metà delle famiglie che vivono nei comuni sotto i 2.000 abitanti ha accesso a una connessione fissa a banda larga; 

cinque milioni di italiani che vivono nelle aree interne, montane e rurali non riescono ad accedere ai primi tre canali televisivi della Radiotelevisione nazionale italiana (Rai), pagando comunque il relativo canone; 

la scarsa qualità e disponibilità di connessioni di rete nelle aree interne, montane e rurali rende pressoché impossibile per i Comuni l'erogazione di servizi di pubblica amministrazione ai cittadini, nonché impossibile una vera e propria inclusione sociale ed economica dei cittadini, per i quali è parimenti difficoltoso aprire ed esercitare attività economiche, incrementando le già vigenti difficoltà riscontrate in tali aree; 

in data 28 gennaio 2020, la Camera dei deputati ha approvato, quasi all'unanimità, le mozioni nn. 1-00312, 1-00316, 1-00317 ed 1-00318 concernenti iniziative per la salvaguardia, la valorizzazione e lo sviluppo delle aree interne, rurali e montane; tali mozioni hanno evidenziato la necessità di aprire una grande stagione di ricostruzione e rilancio della montagna con la predisposizione di tutte le infrastrutture materiali ed immateriali necessarie per abbattere la forte sperequazione che colpisce tutte le aree interne, montane e rurali; il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e le relative risorse economiche di cui al programma Next Generation EU (Ngeu) dell'Unione europea costituisce un fondamentale strumento di rilancio del Paese, e, di conseguenza, delle aree montane e dei piccoli comuni; 

il Pnrr stanzia oltre 6 miliardi di euro per la predisposizione di reti a banda ultralarga, 5G ed altre tecnologie per fornire una connettività rapida ed efficiente in tutto il territorio nazionale;

altre risorse sono stanziate per la tutela delle aree rurali e di montagna, anche per agevolare la transizione ecologica e misure di efficientamento e riqualificazione energetica; 

nel Documento programmatico di bilancio 2022, inoltrato alla Commissione europea nel mese di ottobre 2021, tra i vari disegni di legge governativi collegati alla Manovra di bilancio 2022, e dunque dotati di una natura potenzialmente prioritaria rispetto ad altri disegni o proposte di legge, figura un « disegno di legge Montagna », per pervenire a una vera e propria legge quadro per la montagna; come riferito a mezzo stampa, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, ha annunciato la pubblicazione di tale disegno di legge quadro entro l'11 dicembre 2021, prevedendo un forte coinvolgimento dell'Unione nazionale comuni comunità enti montani (Uncem); data la portata e l'importanza del testo occorre che il coinvolgimento istituzionale proposto dal predetto Ministro vada incontro a tutte le esigenze vissute dai comuni montani e dalle relative comunità, che non sono rappresentate nella loro interezza dalla sola Uncem, ma anche da ulteriori realtà associative; 

data la frammentazione dei piccoli comuni nei territori montani su tutto il territorio del Paese, è fondamentale che la redazione di tale legge quadro coinvolga anche la Conferenza delle regioni, l'Associazione nazionale dei piccoli comuni italiani (Anpci), l'Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci) ed ogni altra realtà associativa che possa rappresentare questi territori; 

in tal senso, data la portata della normativa quadro in questione, occorre che il coinvolgimento sia il quanto più possibile aperto verso comuni montani, unioni e comunità montane, nonché verso realtà associative statutariamente attive nella promozione, tutela e studio delle aree montane, e verso realtà rappresentative di carattere economico in rappresentanza di tutti gli operatori economici ed analoghi presenti sul territorio, al fine di addivenire ad un testo legislativo il più possibile condiviso e rispondente alle necessità dei territori; 

occorrerebbe fornire tutte le attività di supporto tecnico ed istruttorio ai piccoli comuni per l'adozione e la gestione delle progettualità relative al Pnrr, in deroga alle regole assunzionali vigenti per i comuni, prevedendo altresì misure di semplificazione e incentivazione fiscale per le aree montane, 

impegnano il Governo: 

ad adottare iniziative per coinvolgere, nell'ambito dell'elaborazione del disegno di legge sulla montagna di cui in premessa, le realtà associative di rappresentanza degli enti territoriali e locali, la più ampia platea possibile di comuni montani, unioni e comunità montane, nonché le realtà associative statutariamente attive nella promozione, nello studio e nella tutela delle aree montane, nonché le realtà rappresentative del tessuto economico e sociale insistente sulle aree interne, montane e rurali, con la finalità di armonizzarne le posizioni e rendere il testo quanto più condiviso; 

a prevedere, nell'ambito dell'elaborazione del disegno di legge quadro sulla montagna sopra citato, una proroga complessiva delle misure di rigenerazione del patrimonio edilizio nelle aree montane, nonché misure per affrontare il tema dello spopolamento dei territori montani e per supportare le aree particolarmente arretrate; 

ad adottare iniziative per sostenere i piccoli comuni di montagna, tenendo conto delle difficoltà connesse agli aspetti logistici e alle carenze di personale, per fare fronte alle esigenze dei cittadini e con la finalità, in ogni caso, di garantire l'erogazione di adeguati servizi pubblici. 

Risoluzione sottoscritta dai parlamentari: Foti, Trancassini, Ciaburro, Caretta. 

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TommasoFoti
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