Numero: 1.104. e seguenti
Soggetto: Camera dei Deputati
Data Risposta: 11/05/2021
Disegno di legge: S. 2168 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1o aprile 2021, n. 45, recante misure urgenti in materia di trasporti e per la disciplina del traffico crocieristico e del trasporto marittimo delle merci nella laguna di Venezia (Approvato dal Senato) (A.C. 3072)
PROPOSTA EMENDATIVA 1.104.
ART. 1.
(Disposizioni urgenti in materia di collegamento marittimo in regime di servizio pubblico con le isole maggiori e minori)
Al comma 1, primo periodo, sostituire le parole: per il tempo strettamente necessario a consentire la con le seguenti: fino alla.
Emendamento sottoscritto dai parlamentari: Foti, Silvestroni, Rotelli, Caiata.
Nella seduta dell'Aula dell'11 maggio, stante il parere contrario di Governo e Commissione, l'emendamento è stato respinto
PROPOSTA EMENDATIVA 1.105.
Al comma 1, primo periodo, sopprimere le parole: e comunque non oltre la data del 31 maggio 2021.
Emendamento sottoscritto dai parlamentari: Foti, Silvestroni, Rotelli, Caiata, Ciaburro.
Nella seduta dell'Aula dell'11 maggio, stante il parere contrario di Governo e Commissione, l'emendamento è stato respinto
PROPOSTA EMENDATIVA 1.106.
Al comma 1, primo periodo, sostituire le parole: 31 maggio con le seguenti: 30 settembre.
Emendamento sottoscritto dai parlamentari: Foti, Silvestroni, Rotelli, Caiata, Ciaburro.
Nella seduta dell'Aula dell'11 maggio, stante il parere contrario di Governo e Commissione, nonché della Commissione Bilancio, l'emendamento è stato respinto
PROPOSTA EMENDATIVA 1.107.
Al comma 1, secondo periodo, sostituire le parole: trenta giorni con le seguenti: novanta giorni.
Emendamento sottoscritto dai parlamentari: Foti, Silvestroni, Rotelli, Ciaburro.
Nella seduta dell'Aula dell'11 maggio, stante il parere contrario di Governo e Commissione, l'emendamento è stato respinto
ART. 2.
(Misure urgenti in materia di documento unico di circolazione e di proprietà)
PROPOSTA EMENDATIVA 2.100.
Al comma 1, sostituire le parole: 30 settembre con le seguenti: 31 ottobre.
Emendamento sottoscritto dai parlamentari: Foti, Silvestroni, Rotelli, Ferro, Caretta.
Nella seduta dell'Aula dell'11 maggio, stante il parere contrario di Governo e Commissione, l'emendamento è stato respinto
ART. 3.
(Disposizioni urgenti per il traffico crocieristico e delle merci nella laguna di Venezia)
PROPOSTA EMENDATIVA 3.106.
Al comma 1, dopo la parola: paesaggistico aggiungere la seguente: , architettonico.
Emendamento sottoscritto dai parlamentari: Foti, Silvestroni, Rotelli, Trancassini, De Toma.
Nella seduta dell'Aula dell'11 maggio, stante il parere contrario di Governo e Commissione, l'emendamento è stato respinto
PROPOSTA EMENDATIVA 3.107.
Al comma 1, sostituire le parole: sessanta giorni con le seguenti: centoventi giorni.
Emendamento sottoscritto dai parlamentari: Foti, Silvestroni, Rotelli, De Toma.
Nella seduta dell'Aula dell'11 maggio, stante il parere contrario di Governo e Commissione, l'emendamento è stato respinto
DIBATTITO IN AULA
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TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, mentre iniziamo l'esame del primo degli emendamenti presentati dal gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia, mi sento in dovere di fare alcune precisazioni. In particolare, voglio essere chiaro su un punto: questi non sono emendamenti di tipo ostruzionistico, ma sono emendamenti che, in modo opportuno, cercano di migliorare un testo che, seppure ridotto all'osso quanto a numero di articoli, contiene delle affermazioni che hanno sicuramente una corrispondenza con la lingua italiana, ma che, al tempo stesso, si appalesano come vaghe e indeterminate sotto il profilo del diritto. Proprio l'emendamento che qui sto illustrando, l'emendamento 1.104, vuole sostituire una espressione vaga, che così recita: "(…) le disposizioni della convenzione stipulata in data 18 luglio 2012 per l'effettuazione dei servizi di collegamento marittimo in regime di servizio pubblico (…) continuano ad applicarsi per il tempo strettamente necessario a consentire la conclusione delle procedure bandite per l'imposizione di oneri di servizio pubblico e per l'aggiudicazione dei contratti di servizio (…)". Ora, cosa significhi "per il tempo strettamente necessario" non è dato di sapere, anche perché, come è noto, il diritto conosce la conclusione del procedimento amministrativo e non vi sarebbe ragione per individuare uno spazio di tempo indeterminato che non fosse, appunto, quello che sorregge la conclusione del procedimento amministrativo. Allora, a noi pare più corretto fare riferimento proprio alla fase conclusiva del procedimento, che, vorrei ricordarlo, non si esaurisce solo con l'aggiudicazione ma con la verifica, anche eventuale e necessaria, delle condizioni del vincitore sotto il profilo del possesso di tutti i requisiti nel caso in cui ciò non abbia preceduto l'avvio della gara e, soprattutto, con la sottoscrizione del contratto che, a tutti gli effetti, trattandosi di convenzione, presuppone che la volontà delle parti sia riconfermata in un atto ricognitivo di quella che è la conclusione del procedimento di gara. Mi pare, quindi, opportuno che, fin dall'inizio, si sia precisi sul punto, per evitare che questa possa risultare una proroga semplice, indeterminata, quasi che non sia interesse della pubblica amministrazione e, nel caso di specie, quasi che non sia interesse del soggetto che sottoscrive, unitamente a chi sarà l'aggiudicatario del servizio, il servizio medesimo, per avere un quadro giuridico normativo chiaro, che non lasci dubbi interpretativi, non solo rispetto al termine iniziale, ma rispetto al termine che più rileva, e cioè il termine conclusivo attraverso cui la procedura si può intendere, a tutti gli effetti, esaurita. Sotto questo profilo, poiché non si tratta di un emendamento di natura sconvolgente - mi sia consentito dirlo -, ma soltanto di un emendamento di raffinata procedura…
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Foti...
TOMMASO FOTI (FDI). Ho concluso, Presidente...faccio appello alla Camera perché lo possa approvare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
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TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, questo emendamento è in relazione al precedente, ma presenta anche un ulteriore pregio: quello di voler sopprimere una locuzione, che, ad oggi, quando mancano venti giorni alla scadenza del termine, potrebbe far rilevare la stessa come quantomeno coraggiosa; nel senso che non ci è dato sapere se, effettivamente, entro il 31 maggio, la procedura indicata nell'articolo 1, comma 1, si è già conclusa, si sta concludendo o a che punto sia. Il fatto che noi, nel primo emendamento, come Fratelli d'Italia, sottolineassimo la necessità di indicare soltanto "fino alla conclusione della procedura", è proprio legato al fatto di evitare che, se per un numero strano o stranissimo di motivi dovesse verificarsi che questo termine non è rispettato, dovremmo avere un'ulteriore proroga per legge e di legge, al fine di soddisfare quella che sarebbe un'esigenza di legge, ma contraddetta dalla legge stessa. Infatti, è evidente che, se per legge si fissa il termine del 31 maggio, qualsiasi attività che dovesse concludersi successivamente a detto termine, potrebbe soltanto essere giustificata con una nuova modifica del termine del 31 maggio e una modifica ancora, che dovrebbe essere introdotta per legge. Insomma, una complicazione che riteniamo assurda ed inutile proprio perché, lasciando i tempi necessari che devono avere coloro i quali sono preposti all'esame e all'aggiudicazione della gara, non si vede per quale ragione dover fissare per legge un termine entro e non oltre, quando, lasciando alla conclusione e al termine conclusivo quella che è l'aggiudicazione e la procedura di gara, si risolverebbe il problema. Penso, quindi, che questa volontà sia stata una volontà di voler indicare comunque un termine per fare fretta, ma in realtà a volte queste operazioni risultano del tutto improvvide proprio perché non si può conoscere, per il solo fatto di non essere partecipi di coloro i quali esaminano i documenti di gara, non si può tout court ritenere che al massimo entro il 31 maggio tutto sia già risolto e tutto possa essere andato secondo i desiderata del Governo. È proprio per questo che riteniamo di dover avanzare, come Fratelli d'Italia, un emendamento soppressivo, che come unica finalità ha quella di rendere il testo sicuramente utilizzabile in tutte le situazioni che si possono verificare, e quindi non esporre il Governo a dover assumere un nuovo provvedimento d'urgenza nel caso in cui il limite invalicabile di legge del 31 maggio dovesse rilevarsi come non sufficiente per poter concludere ogni e qualsiasi procedura di gara.
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TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, il termine del 30 settembre indicato in questo emendamento non è stato posto casualmente, perché, a differenza del termine previsto dal regolamento e dal decreto, ossia il termine del 31 maggio, in ragione della proroga massima di 30 giorni, significa che la gara dovrebbe essere aggiudicata e il nuovo concessionario essere attivo dal 30 giugno, proprio in relazione ai 30 giorni di proroga. A noi pare che rischiare, nel periodo in cui probabilmente si ha di questi mezzi un utilizzo superiore rispetto al normale andamento dell'anno, in ragione del periodo estivo, che rende questi mezzi decisamente più utilizzati, allora, se proprio dobbiamo mettere in sicurezza il servizio per il periodo estivo, il termine del 30 settembre, qui indicato, appare il più consono, anche perché, nel caso in cui, malauguratamente, neppure questo termine fosse rispettato, avremmo sempre la scialuppa di salvataggio degli ulteriori 30 giorni, che porterebbero al 31 ottobre il termine definitivo entro il quale si potrebbe - ritengo con reciproca soddisfazione - far partire il nuovo concessionario del servizio. A volte sembra che cambiare le date faccia parte soltanto di una tattica dilatoria; in realtà, a volte, modificare le date serve a garantire la possibilità che un servizio non venga interrotto nel momento del suo maggiore utilizzo. Quindi, questo emendamento, presentato a nome del gruppo di Fratelli d'Italia, ha proprio questo significato e questa indicazione, cioè mettere in sicurezza la fornitura di un servizio, dopo che si è voluto respingere il primo emendamento, che avrebbe, da solo, fatto pulizia al riguardo, rendendo la concessione sempre valida, fino al momento in cui subentrava il nuovo concessionario. Ma, nel momento in cui questo primo emendamento è stato respinto ed è stato respinto anche il secondo emendamento - che, non a caso, voleva eliminare il termine del 31 maggio che, all'evidenza, può risultare del tutto improvvido -, prevedere il termine del 30 settembre, con l'eventuale posticipo al 31 ottobre, significa, in modo inequivoco, dare, da subito, a tutti gli utenti la certezza che il servizio, soprattutto nel periodo estivo, sarà effettuato senza alcuna interruzione. Tale interruzione è l'unico elemento che effettivamente potrebbe danneggiare a livello turistico, anche con riferimento alle esigenze di coloro i quali si avvalgono dei mezzi di trasporto solo ed esclusivamente per motivi di lavoro o anche eventualmente in alternativa ad altri mezzi di trasporto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
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TOMMASO FOTI (FDI). Sì, Presidente. Questo emendamento, in relazione a tutti gli emendamenti fino ad ora respinti, vuole comunque mettere in sicurezza il servizio, importante - e che sia importante lo dimostra il fatto che è stato assunto un provvedimento d'urgenza quale un decreto-legge da parte del Governo, proprio per garantire la continuità del servizio - anche nel periodo estivo. Infatti, visto e atteso che sono stati confermati tutti gli altri termini, tra cui quello della data del 31 maggio, entro la quale la procedura dovrebbe essere conclusa, atteso che nel secondo periodo del comma 1 viene introdotta la possibilità di una proroga, ancorché limitativa - attenzione, perché non comprende tutti i servizi - che si recita: "limitatamente ai collegamenti marittimi con le isole maggiori e minori, non adeguatamente assicurati mediante l'erogazione di servizi di trasporto a mercato di persone e di merci" -, il termine che qui viene previsto è di 30 giorni, il che, alla fine, ci porta sempre, come termine ultimo, a quello del 30 giugno. L'emendamento, che qui si propone, invece prevede di sostituire il termine di trenta giorni con il termine di novanta giorni, la qual cosa consentirebbe comunque, in qualsiasi situazione dovesse venirsi a trovare l'aggiudicazione della gara - nel senso che è possibile anche che vi siano ricorsi o quant'altro -, che il termine del fine settembre sia comunque coperto con certezza. Quindi, noi avremmo comunque la possibilità - penso concreta - di avere un servizio che fa fronte al periodo estivo, al periodo turistico, al periodo, cioè, che consente a certi territori, raggiungibili prevalentemente o solo via mare, di poter essere adeguatamente serviti. Un conto è il servizio che viene realizzato nel periodo "morto", un conto è il servizio che viene fornito nel periodo in cui effettivamente vi è la maggiore affluenza di persone e quindi il maggior utilizzo possibile del servizio in questione. Signor rappresentante del Governo, questo non vuole essere un gioco di date ad incastro, vuole essere però un mettere le mani avanti rispetto ad eventi futuri ed incerti, perché è evidente che se è stato adottato questo decreto-legge, è perché i termini e le previsioni che erano state precedentemente fatte, evidentemente non hanno soddisfatto quella che poteva essere ottimisticamente la previsione del Governo. Il fatto di intervenire con un provvedimento d'urgenza, il dover fare una proroga d'urgenza di servizio, il dover fissare ulteriori termini, evidentemente ci dimostrano che, già a legislazione normale, vi sono state delle difficoltà. Noi vorremmo tanto che queste difficoltà fossero definitivamente superate e, proprio per questo, preferiamo il vecchio adagio latino: melius abundare, quam deficere; se abbiamo dei termini più ampi, l'eventuale sottoscrizione della convenzione indubbiamente li fa decadere, se li abbiamo ristretti, occorre un nuovo provvedimento avente forza di legge per poter continuare il servizio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
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TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, confido molto nella digitalizzazione del Paese, nell'introduzione di tutte quelle procedure che possono effettivamente portare a un salto di qualità la nostra pubblica amministrazione, ma anche tutte quelle attività che possono rendere più facile la vita al cittadino. Devo però dire che questo nostro emendamento è sufficientemente realista, perché in molte delle zone dove si dovrebbe arrivare a questa digitalizzazione abbiamo ancora una rete di trasmissione che è veramente precaria. E allora mi permetto di far presente che l'aver richiesto di posticipare al 31 dicembre questo termine è buonsenso e non ottimismo mal posto.
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TOMMASO FOTI (FDI). La riflessione che viene spontanea è che, rispetto al termine indicato dal Governo, la prima proroga al 30 settembre 2021 è stata introdotta al Senato; quindi, non è che un'ulteriore richiesta di proroga, nell'ambito della nostra discussione e in questo ramo del Parlamento, sia un fuor d'opera; è evidente che il Senato ha legittimamente operato una valutazione nel momento in cui ha indicato il termine del 30 settembre 2021 e il gruppo di Fratelli d'Italia, in quest'Aula, indica nel 30 di novembre un termine possibile, esaustivo e opportuno che eviterà ulteriori provvedimenti di proroga con altri provvedimenti di legge.
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TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, io penso che repetita non iuvant in questo caso; tuttavia, non disperiamo. L'aver cercato con argomentazioni logiche di portare l'Assemblea a votare emendamenti di buon senso pare del tutto inutile; ciononostante, continueremo in questa nostra attività perché siamo perfettamente convinti che, quando, da qui a breve, dovrete nuovamente porre mano a una modifica del termine indicato anche dal Senato, seppure integrativo rispetto a quello originario del Governo, allora non potremo fare altro che dirvi che avete fatto male a non ascoltarci. Io penso che noi, come Fratelli d'Italia, stiamo ponendo delle questioni fondate e nell'interesse dell'opinione pubblica. Il muro che viene alzato rispetto a noi è soltanto pretestuoso e privo di argomentazioni.
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TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, signor rappresentante del Governo, proviamo a cambiare i termini: diciamo che non siamo qui per chiedere una proroga ma un differimento dei termini. Visto che il termine proroga non vi piace, magari il differimento termini può trovare maggiore audizione e, quindi, magari anche maggiore consenso. Io penso che il termine del 31 ottobre, qui prospettato, sia l'ultimo termine possibile per cercare di evitare - questo sì - una successiva proroga che, con successivo provvedimento d'urgenza, in costanza dello stesso Governo dovrà essere adottata se si vuole effettivamente evitare quello che noi abbiamo prefigurato in questa serie di emendamenti. Una serie di emendamenti che, con molto garbo, abbiamo cercato di esporre, pur consci che - non se ne capisce la ragione, anche in questo caso - si sarebbe elevato un muro per evitare che qualsiasi emendamento potesse avere un voto favorevole. Non so quale sia la ragione di questa urgenza. Debbo dire che, scadendo il provvedimento il 1° giugno, vi era la possibilità di integrarlo, anche in pochi minuti, licenziarlo entro un paio d'ore e rimandarlo al Senato, dove sarebbe stato convertito in legge entro i termini previsti, atteso che il decreto-legge decade il 1° giugno. Quindi, mi pare che vi sia un sufficiente spazio temporale per l'esame. È proprio su questo tema che mi permetto di richiamare anche l'attenzione della Presidenza perché, se un decreto-legge arriva una settimana o dieci giorni prima della sua scadenza per essere convertito in legge, allora si dice che il provvedimento è blindato, perché non vi è tempo sufficiente perché esso sia trasmesso al Senato. Se arriva con largo anticipo e, quindi, vi sono le condizioni per poterlo modificare e poterlo convertire in legge con le modifiche, non solo introdotte dal Senato, ma anche con quelle della Camera, inspiegabilmente si dice: beh, no, ma questi emendamenti sono emendamenti di carattere ostruzionistico! Allora, è il caso di capire se, a corrente alternata, un giorno il Senato della Repubblica modifica i decreti-legge e quegli stessi decreti-legge sono poi ratificati dalla Camera dei deputati e se, il giorno successivo, altri decreti-legge, che sono modificati dalla Camera dei deputati, debbono essere solo ratificati dal Senato della Repubblica. Noi avevamo capito che le due Camere fossero state a suo tempo pensate dal legislatore costituzionale proprio perché vi fosse una doppia lettura dei provvedimenti e, quindi, anche la possibilità che venissero, non solo esaminati, ma anche modificati dalle due Camere. Qui, invece, si sta introducendo un monocameralismo legislativo per il quale o i provvedimenti di legge sono modificati dal Senato o sono modificati dalla Camera. Anche sotto questo profilo questo emendamento vuole cercare di rompere un tabù. Tuttavia, essendovi tutto il tempo necessario e sufficiente perché il Senato ugualmente converta in legge questo decreto-legge, è mai possibile che anche un termine così ridotto, come quello da noi proposto, non debba essere preso in considerazione solo ed esclusivamente perché si vuole evitare una terza lettura da parte del Senato della Repubblica? È evidente che la navetta legislativa ha sempre funzionato. Se oggi vogliamo invece che vi sia solo un barcone dal quale dal Senato scendono un po' di provvedimenti, un giorno, e un altro barcone che porta dall'altra parte della riva un po' di diversi provvedimenti della Camera, evidentemente non si fa un buon servizio a quella che dovrebbe essere, non solo la dialettica parlamentare, ma anche i due diversi ruoli dei due rami del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
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TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, penso che il rappresentante del Governo non possa non convenire con me che vi è un vulnus in questa normativa approvata dal Governo e poi modificata dal Senato, e cioè dimenticare di Venezia l'aspetto architettonico. Infatti, checché se ne possa pensare, se in molte città l'architettura è una componente della bellezza di una città, a Venezia l'architettura è la città. Ed io penso di poter dire che, col suo campanile, con la sua piazza, con i suoi vicoli, Venezia ha una sua caratteristica precipua, che ha finito per stregare il meglio della cultura nazionale e non. Vedete, per un Lord Byron o un Thomas Mann che parlavano di Venezia città di morte, vi è stato un D'Annunzio che prospettava una Venezia città di vita; ma soprattutto è del secolo scorso, qualcosa di ben più di una "corrispondenza d'amorosi sensi" tra chi ha rappresentato una pagina indelebile della cultura mondiale come Ezra Pound e Venezia. Fu forse quella la città che più di ogni altra lo stregò, al punto che egli lasciò gli Stati Uniti e perse l'idea di tornare negli Stati Uniti proprio per quella bellezza di Venezia, che faceva capolino e fa capolino in tanti versi dei suoi Cantos. E allora, vedete, non è un caso che in In Durance, proprio Ezra Pound ebbe a riservare a Venezia una pagina di poesia che è anche arte. Scriveva: "Sorgono poteri antichi e a me ritornano/grazie al tuo dono, o sole veneziano". Ecco, vedete, noi riteniamo che proprio questi riferimenti siano anche riferimenti dai quali non si possa prescindere, nel momento in cui si vuole, certo legiferare, ma non si può legiferare contro la storia e contro la realtà dei fatti, perché Venezia è l'arte che si fa città, è l'architettura che si fa città, è ciò che, più di ogni altro lembo di terra, può essere invidiato nel mondo. E proprio per queste ragioni, questo nostro emendamento non ha solo un fine di arricchimento legislativo, ma vuole segnare anche un momento di differenza culturale nell'interpretazione di quella che è l'immagine di una città, che, se priva del riconoscimento architettonico, sarebbe più povera di quanto, invece, ricca è e ricca resterà. Ed è per questo motivo che chiedo l'approvazione, a nome del gruppo di Fratelli d'Italia, di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
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TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, lei deve scusare se, in questo gruppo, si ragiona, come è stato detto, in modo schizofrenico, però, se lo psichiatra è la collega Spessotto, condivido pienamente il suo giudizio. Poiché siamo abituati a leggere i testi e anche a capirli, mi permetto soltanto di dire che 60 giorni di tempo dalla conversione in legge del decreto per attivare un concorso di idee appaiono una quantificazione insufficiente rispetto alla serietà del concorso che eventualmente si vuole promuovere. Per queste ragioni abbiamo chiesto di raddoppiare il termine temporale. Non certo perché venisse più comodo per presentare un emendamento, ma perché chiunque abbia esperienza della materia sa che soprattutto i concorsi di idee necessitano per la loro predisposizione di tempi adeguati. Poi, è evidente che si può anche ritenere che questo non sia un emendamento degno dell'attenzione di colleghi della stessa cultura e della ottima capacità di giudizio, ma noi, vedete, siamo umili, anche perché qui dentro ci siamo arrivati dopo un qualche percorso politico e non abbiamo avuto la fortuna di essere sorteggiati. Siamo nati politicamente nei consigli comunali, nei consigli di quartiere, nei consigli provinciali, nei consigli regionali e una qualche esperienza l'avremo anche maturata. Dopodiché non penso che tutto ciò giustifichi un giudizio di natura psichiatrica, ma evidentemente sotto il profilo politico lasciateci dire che non prendiamo lezioni da persone che oltre l'insulto non sanno andare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché una tesi politica su un emendamento che riguarda l'architettura presente a Venezia non può essere svillaneggiata nel modo con cui inopinatamente prima la collega Spessotto ha voluto fare. Io penso che se vi sono delle critiche politiche sono critiche sempre ben accette, ma non vorrei scomodare la collega Bellucci per trovare una risposta degna sotto il profilo medico a quella che potrebbe essere la valutazione testé espressa dai banchi al nostro fianco (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).